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Ridurre lo spreco alimentare: l'impegno della Sinu

Nutrizione Redazione DottNet | 12/06/2023 16:52

Per contrastare l'enorme quantità di cibo sprecato, la SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) fornisce preziosi consigli per adottare un comportamento più responsabile.

La riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari lungo l'intera catena di produzione rappresenta una priorità politica importante, inclusa negli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030. Secondo i dati della FAO, le perdite e gli sprechi alimentari rappresentano circa un terzo del cibo prodotto per il consumo umano. Tuttavia, è interessante notare che gli sprechi alimentari domestici contribuiscono significativamente a questo problema, rispetto al resto della catena di approvvigionamento.

Secondo l'Osservatorio Sprechi alimentari del CREA Alimenti e Nutrizione, presentato dalla Prof.ssa Laura Rossi, coordinatrice dell'Osservatorio e membro del comitato scientifico della SINU, durante il XLIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Nutrizione Umana, nel 2018 le famiglie italiane hanno sprecato in media 370 g di cibo a settimana, pari a quasi 20 kg all'anno per ogni famiglia. Questo dato si allinea con quello rilevato in Olanda (365 g/settimana), ma è inferiore a quello registrato in Spagna (534 g/settimana), Germania (534 g/settimana) e Ungheria (464 g/settimana). Analizzando i diversi tipi di spreco, rispetto agli altri quattro paesi europei, in Italia si gettano maggiormente prodotti completamente inutilizzati (43,2% rispetto al 31% di quantità sprecata), mentre c'è una minore tendenza a buttare gli avanzi del piatto (14,6% rispetto al 20,0%) e i prodotti aperti, ma non ancora consumati perché scaduti (30,3% rispetto al 36%).

Nel 2021, lo spreco domestico è aumentato, raggiungendo 420 g a settimana per famiglia.

Le dimensioni della famiglia e lo spreco alimentare sono correlati in modo positivo, ma se si considerano i dati pro capite, si osserva che vi è uno spreco maggiore nelle famiglie monocomponenti. Inoltre, si riscontra una certa tendenza allo spreco alimentare nei segmenti di età più giovani e nelle famiglie con maggiori disponibilità economiche.

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D'altro canto, la consapevolezza delle famiglie sull'impatto negativo dello spreco alimentare in diversi ambiti è piuttosto elevata. L'impatto economico è il più rilevante (70%), seguito da quello sociale (conseguenze sulla disponibilità di cibo nel mondo, 59%) e ambientale (55%).

Nell'ottica di aumentare la consapevolezza e prestare attenzione ai consumi quotidiani, la SINU ha fornito alcuni semplici consigli e buone pratiche durante il XLIII Congresso Nazionale, da adottare nella vita familiare e quotidiana per evitare lo spreco alimentare:

1) Pianificare il menù settimanale

È fondamentale pianificare in anticipo i menù settimanali, un'abitudine adottata solo dal 42% degli intervistati. Avere a disposizione una quantità adeguata di cibo in casa è una priorità per la maggior parte delle famiglie, mentre l'eccesso di scorte non costituisce una priorità predominante.

2) Definire le quantità da acquistare e cucinare

Solo un quinto degli intervistati ha dichiarato di avere difficoltà a cucinare nuovi piatti, e ancora meno persone non sanno come riutilizzare gli avanzi o pianificare le giuste quantità di cibo da acquistare. Questo comportamento virtuoso dimostra che i consumatori italiani sono molto attenti allo spreco.

3) Evitare gli acquisti impulsivi o eccessivi

La difficoltà nel pianificare la spesa può portare a acquisti impulsivi o eccessivi. È essenziale educare i consumatori per consentire loro di fare scelte alimentari più consapevoli e salutari, promuovendo così la salute e la protezione dell'ambiente.

4)Fare la spesa dopo aver mangiato e mai a stomaco vuoto

Fare la spesa a stomaco vuoto può spingere ad acquistare cibi poco salutari, ricchi di calorie e in grandi quantità.

5) Imparare a valutare se un alimento è ancora buono

Spesso il cibo viene gettato perché non si comprende la differenza tra la data di scadenza e il termine minimo di conservazione. Più di un terzo dei consumatori italiani non sa che un alimento oltre il termine minimo di conservazione può essere ancora consumato, anche se potrebbe perdere un po' di freschezza senza causare problemi di salute. Una migliore comprensione dei termini di scadenza consente di valutare la durata di conservazione degli alimenti in dispensa o in frigorifero.

6) Imparare a leggere le etichette

È importante leggere attentamente le etichette nutrizionali. Sebbene gli intervistati dimostrino una buona conoscenza delle conseguenze negative del consumo frequente di alcuni alimenti (come sale e zucchero) sulla salute (60%), la reale composizione nutrizionale dei diversi alimenti non è ancora molto chiara (ad esempio, l'elevato contenuto di sale nei cereali per la colazione).

7) Riutilizzare gli avanzi

Il riutilizzo degli avanzi è una pratica comune per contrastare lo spreco. In Italia, lo spreco alimentare avviene principalmente con alimenti completamente inutilizzati o parzialmente utilizzati, ma in generale il cibo cucinato viene consumato, risultando in un numero di avanzi relativamente basso. È importante imparare a fare la spesa in modo più consapevole.

8) Seguire la Dieta Mediterranea e le porzioni consigliate di ciascun alimento

Chi adotta una dieta sana spreca meno. Coloro che seguono le raccomandazioni nutrizionali mostrano anche una maggiore attenzione verso l'ambiente e la società. In Italia, il 50,4% della popolazione non segue le Linee Guida per una sana alimentazione. Molti sottovalutano le porzioni consigliate di alcuni alimenti salutari (come frutta, verdura, pesce e legumi). Solo una piccola percentuale del campione consuma le 5 porzioni giornaliere di frutta e verdura, mangia pane/pasta/riso più volte al giorno (20%) e compensa con porzioni più grandi di alimenti ad alta densità calorica (come carne rossa o conservata, dolci e bevande zuccherate). La dieta mediterranea è ampiamente riconosciuta come un modello nutrizionale che aiuta a prevenire gravi patologie come malattie cardiovascolari, diabete e malattie renali croniche, nonché a ridurre la mortalità complessiva. Solo il 13% degli intervistati ha un livello elevato di aderenza alla Dieta Mediterranea.

9) Preferire monoporzioni o porzioni più piccole

Secondo i recenti dati del Censimento permanente della popolazione dell'Istat, le famiglie italiane sono sempre più numerose, ma sempre più piccole. Il 35,1% delle famiglie sono composte da un solo membro e, secondo l'Osservatorio, sono quelle che sprecano di più. L'utilizzo di confezioni di dimensioni ridotte può essere un ottimo modo per limitare lo spreco, specialmente nelle famiglie più piccole. Questa soluzione è ideale per prodotti a basso costo, che hanno un impatto significativo sull'ambiente a causa della quantità di prodotti che finiscono nella spazzatura e del consumo energetico associato alla produzione di alimenti non consumati. È necessaria anche una strategia sull'imballaggio per non vanificare gli sforzi per ridurre lo spreco.

10) Educare le nuove generazioni

Insegnare ai più giovani come evitare lo spreco alimentare e fornire un buon esempio educativo a casa aumenta il rispetto delle raccomandazioni nutrizionali, come evidenziato da quasi la metà degli intervistati. È una buona pratica educare i più piccoli su come evitare lo spreco.

La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) è un'organizzazione scientifica no-profit che riunisce studiosi ed esperti di tutti i settori legati alla nutrizione. La SINU si impegna nella ricerca scientifica, nell'aggiornamento professionale e nella divulgazione di informazioni nel campo dell'alimentazione e della nutrizione, con particolare attenzione alla promozione di una dieta sana, all'educazione alimentare e all'applicazione dei principi della nutrizione nelle diverse fasi della vita e nella prevenzione delle malattie legate all'alimentazione. La SINU è presente sul territorio con 9 sezioni regionali e gruppi di lavoro, tra cui i Giovani SINU, istituiti nel 2017 per rispondere alle esigenze di formazione e ricerca dei giovani membri della società.

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