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Responsabilità sanitaria, la legge 24/17 sei anni dopo: punti deboli e nuove prospettive

Professione Redazione DottNet | 29/06/2023 12:23

Dal fronte medico-legale si alza un vento di malcontento rispetto alle criticità emerse dall’interpretazione della legge 24/2017 e, parallelamente, emerge l’esigenza proattiva di modificare la norma

Dal fronte medico-legale si alza un vento di malcontento rispetto alle criticità emerse dall’interpretazione della legge 24/2017 e, parallelamente, emerge l’esigenza proattiva di modificare la suddetta legge per recuperare una corretta dimensione di trasparenza fra il cittadino-paziente e gli operatori sanitari.  È questo l’imput e l’output del convegno dal titolo "Legge 24/2017, per una normativa che tuteli integralmente i pazienti, le strutture e gli operatori sanitari", di iniziativa del senatore Antonio Guidi, in collaborazione con la società medico-giuridica Melchiorre Gioia.

L’evento ha costituito uno spazio di discussione interdisciplinare per evidenziare i punti deboli della legge e per discutere le nuove prospettive avanzate dalle varie professionalità coinvolte del settore medico, giuridico e assicurativo. Presenti i vicepresidenti del Senato Maurizio Gasparri e Anna Rossomando (via video-messaggio) che, accanto al senatore Guidi, sono intervenuti all’apertura dei lavori. 

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Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri ha dichiarato: "Siamo davanti a una materia delicata, perché ha come soggetto il paziente. È una materia anche complessa perché prevede più saperi in ballo, da quello giuridico a quello medico. Oggi siamo qui a discutere, per realizzarla, una prospettiva della sanità ulteriore e costruire un apparato di regole che abbia come obiettivo la salvaguardia delle parti coinvolte": 

La vicepresidente del Senato Anna Rossomando è intervenuta così via videomessaggio: "La legge Gelli-Bianco pone al centro la questione delle questioni: la tutela effettiva del diritto alla salute. Per questo, occorre un’adeguata valutazione della sua applicazione. Con la pandemia, abbiamo maggiormente compreso l’imprescindibilità degli investimenti nel settore sanitario. Ma c’è ancora molto da fare, per recuperare il ritardo dell’Italia rispetto agli altri Paesi. Il tema degli investimenti destinati al comparto medico-sanitario, che assicurino qualità e dignità dell’operato, è il principale fattore da tenere in considerazione per valutare la reale applicazione della legge".

Il senatore Antonio Guidi, responsabile del dipartimento di Disabilità ed Equità sociale di Fratelli d’Italia afferma: "La legge 24/17 in parte è servita e in parte ci ha deluso. È un po’ come il meccanismo politico dell'anatra zoppa: qualcosa non torna. Ci sono difficoltà. Per questo, dobbiamo aggiornarci di più, dobbiamo far incontrare di più le parti in causa. Da politico, dico che troppo spesso prevale la critica, piuttosto che la costruzione di un percorso. Percorso che può e deve essere anche nuovo, perché la realtà socio sanitaria è cambiata. Da medico, dico che bisogna sempre curare, anche se non sempre si può guarire: bisogna recuperare il pieno legame di fiducia tra paziente e medico. La legge non risolve, ma la legge aiuta a costruire un percorso. Un percorso compiuto è possibile solo se si mettono in sinergia conoscenze trasversale e azioni quotidiane".

Il presidente della società medico-giuridica Melchiorre Gioia, Giovanni Cannavò, ha dato il via alla discussione con la lettura magistrale del magistrato Marco Rossetti, e le relazioni introduttive del co-direttore generale Ania, Umberto Guidoni, e dell’Affinity manager di Aon Spa, Giorgio Moroni.

Marco Rossetti, magistrato e consigliere della III sezione civile della Corte di Cassazione, ha affermato: "Dalle regole di responsabilità di medici e ospedali dipendono due aspetti fondamentali della sanità pubblica: la possibilità di avere medici che lavorano con passione invece che con timore il grado di fiducia che i cittadini hanno nei confronti dei medici. La disciplina giuridica della responsabilità civile di medici ed ospedali ha conosciuto molte stagioni. L’attuale è quella della anfinomìa: il legislatore è intervenuto a disciplinare la materia con una legge che pretendeva di essere organica, ma che alla prova dei fatti ha mostrato tra gli altri un evidente vulnus: l’asimmetria. Quella legge, conteneva molte deleghe rimaste inattuate ormai da sei anni: sono scadute il 1° agosto 2017). Le deleghe contenute nella legge avevano ad oggetto la disciplina dell’assicurazione della responsabilità sanitaria e l’istituzione del Fondo di garanzia per i danni derivanti da responsabilità sanitaria. Il Fondo di garanzia avrebbe dovuto, idealmente, fare da "contrappeso" alle forti limitazioni della responsabilità del medico introdotte dalla legge. La sua mancata istituzione, pertanto, ha fatto sì che la materia è oggi disciplinata da una legge asimmetrica, che ha ridotto la responsabilità del medico senza contropartita per la posizione dei pazienti".

Umberto Guidoni, co-direttore generale di Ania ha dichiarato: "La legge Gelli-Bianco ha tentato di sistematizzare la normativa sulla responsabilità sanitaria. Tuttavia, ispirandosi principalmente alla r.c. auto (si pensi all’azione diretta, ad esempio), risulta per molti versi incompatibile sia con gli obiettivi primari della normativa stessa, quali la diffusione delle polizze sanitarie e l’ingresso di nuovi soggetti nel mercato assicurativo sanitario, sia con le finalità dichiarate di tutela della salute dei cittadini".

Giorgio Moroni, Affinity manager di Aon Spa, ha affermato: "È di indubbio rilievo la legge 24/2017, così come c’è indubbia urgenza per renderla pienamente applicabile. A sei anni di distanza, emergono diverse criticità che hanno di fatto impedito l’incontro tra la copertura della responsabilità sanitaria e le compagnie di assicurazione. La distanza fra queste e le strutture è aumentata, e sono diminuite le strutture che fanno ricorso all’assicurazione, ricorrendo piuttosto a forme di auto-ritenzione del rischio, non sufficientemente regolate, che non danno altrettante garanzie ai danneggiati. Evidentemente qui la legge ha fallito. All’origine di questo fallimento ci sono soprattutto ragioni tecniche e come tali rimuovibili, o meglio emendabili".

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