Il provvedimento, all’esame in sede referente alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, non è stato ancora stato incardinato
Torna in ballo la pensione dei dirigenti sanitari e docenti universitari a 72 anni. Un 'ipotesi che non era mai stata del tutto accantonata e che ha visto tuttavia un altro stop in occasione della maratona in notturna del 17 dicembre in commissione Bilancio del Senato. In quell'occasione fu deciso di non presentare un emendamento che avrebbe consentito ai dirigenti sanitari o docenti universitari di andare in pensione su base volontaria a 72 anni. Ma, come accennato, l'idea piace - e da tempo - per cui la proposta potrebbe ritornare sotto forma di modifica al Milleproroghe. Sulla possibile approvazione è meglio andarci cauti perché il provvedimento, all’esame in sede referente alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, non è stato ancora stato incardinato. Per il momento, dunque, si tratta di scenari anche se probabili.
Facendo un passo indietro, allo scorso 18 dicembre, l'emendamento che avrebbe consentito ai dirigenti sanitari o docenti universitari di andare in pensione su base volontaria a 72 anni - anziché a 70 - non fu presentato in manovra. Il motivo lo spiegò il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: "Un argomento così importante a quest'ora rischia di essere oggetto di un dibattito troppo frettoloso quindi il governo considera di ripresentarlo in un'altra occasione". A spingere sullo stop anche Palazzo Chigi: "La scelta di presentare una nuova modifica era stata dettata - spiegò lo stesso governo - da una "esigenza oggettiva" dettata da "una carenza di medici sul territorio notevole". Ma era anche stata una novità che aveva immediatamente fatto alzare le barricate ai sindacati. "Un insulto alla categoria, solo per salvare alcune lobby. Non si salva così la sanità pubblica", aveva fatto sapere l'Anaao Assome, il principale dei sindacati dei medici ospedalieri.
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