Relatore Marco Furfaro, Responsabile Nazionale Welfare del Partito Democratico. La donazione degli embrioni tra le principali novità
Relatore Marco Furfaro, Responsabile Nazionale Welfare del Partito Democratico. La donazione degli embrioni tra le principali novità
A 20 anni dalla emanazione della Legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) e dopo le numerose sentenze della Corte Costituzionale che ne hanno abbattuto i principali divieti, è ormai urgente procedere a una seria revisione della medesima legge così da poter finalmente avere una normativa adeguata e appropriata sotto il profilo scientifico, sociale e giuridico.
Oggi il mondo degli operatori - ginecologi, andrologi, biologici, genetisti, psicologi, ostetriche, medici consultoriali – chiede che la normativa sulla PMA rifletta una maggiore aderenza alle evidenze scientifiche e, al contempo, cittadine e cittadini invocano più tutela per la salute riproduttiva e nuove possibilità di accesso per favorire un progetto genitoriale.
La SIRU, in collaborazione con diverse associazioni di pazienti, ha messo a punto una proposta di legge in cui propone una riorganizzazione e programmazione del settore che contempla non solo la riproduzione (non più procreazione) medicalmente assistita, ma anche la tutela della salute riproduttiva, intesa come prevenzione dell’infertilità e preservazione della fertilità.
La proposta viene presentata in prossimità dell’entrata in vigore dei Livelli Essenziali di Assistenza per le cure di riproduzione medicalmente assistita già prevista per il 1° gennaio e rimandata; i LEA sono attesi da decine di migliaia di coppie che hanno rimandando il loro progetto genitoriale confidando in questa opportunità. Con queste premesse, la Società Italiana della Riproduzione Umana - SIRU ha organizzato oggi alla Camera dei Deputati l’evento istituzionale "Oltre la legge 40/2004 – Una proposta di legge sulla salute riproduttiva e la PMA" per riaprire la discussione e il confronto su questo tema e avviare un percorso di interlocuzione con il Parlamento che porti a una nuova normativa.
"Oggi io mi impegno, insieme al Partito Democratico, a presentare questa proposta di legge in Parlamento – afferma l’On. Marco Furfaro, Responsabile Nazionale Welfare del Partito Democratico – non per farne la bandierina di un partito, ma per una questione di civiltà. La Corte Costituzionale ci chiede di ripristinare l’essenza dell’articolo 3 della Costituzione, ovvero di garantire a tutte e a tutti l’accesso al diritto alla salute e la possibilità di formare una famiglia senza dover subire le discriminazioni che la legge 40 implica. La politica ha il compito di non delegare ai tribunali, ma di affrontare le sfide della contemporaneità seguendo l’evidenza scientifica e la massima tutela delle persone".
All’iniziativa sono intervenuti, oltre all’On. Marco Furfaro, la Sen. Silvia Fregolent - capogruppo Italia Viva Commissione Ambiente ed Attività Produttive Senato, l’On. Andrea Quartini – capogruppo Movimento 5 Stelle, Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati, l’On. Elena Bonetti - capogruppo Azione-Popolari Europeisti, Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati, Maria Vitale - Cittadinanza Attiva e Adolfo Allegra - Presidente nazionale Cecos. "Finora abbiamo assistito a una sorta di "delega alla giurisdizione" – ha dichiarato Paola Piomboni, Presidente SIRU – È stata infatti demandata ai Giudici l’individuazione di soluzioni a istanze che avrebbero richiesto risposte nelle sedi parlamentari. I giudici hanno avuto un ruolo fondamentale nel riconoscere diritti e tutele ma, inevitabilmente, hanno un ambito di azione più ridotto rispetto a quello del potere legislativo. La nostra proposta intende, quindi, raccogliere l’appello della comunità scientifica, degli operatori del settore e delle organizzazioni civiche che da anni chiedono di risolvere le diverse questioni aperte nonché di garantire i diritti dei pazienti che hanno necessità di accedere a percorsi diagnostico-terapeutici, adottando come ambito di riferimento la salute riproduttiva. Di qui la specifica attenzione agli aspetti di prevenzione e preservazione della fertilità oltre che di diagnosi e di terapie per l’infertilità e la sterilità".
Le principali novità della proposta di legge della SIRU riguardano:
La proposta di SIRU, pur sostituendo per intero il testo della legge 40, lascerebbe inalterate alcune disposizioni, prima tra tutte quella relativa ai requisiti necessari per l’accesso alle procedure di riproduzione assistita:
In caso di ricorso alle procedure di gestazione per altri in violazione della legge, al solo fine di tutelare il minore, è garantita la trascrizione dell’atto di nascita formato legittimamente.
"In tutto il mondo – ha affermato Antonino Guglielmino, fondatore SIRU - le Linee guida rappresentano raccomandazioni che i clinici decidono di applicare o meno sulla base della valutazione del singolo caso. In Italia, invece, la legge 40/2004 aveva previsto linee guida vincolanti messe al punto dal Ministero della Salute. Secondo quanto contenuto nella nostra proposta di legge sarà la Società Scientifica accreditata ufficialmente che si occuperà di redigere le linee guida della riproduzione assistita, così come previsto dalla legge 24/2017 e dai manuali prodotti dal CNEC dell’ISS sulle procedure metodologiche per la formulazione delle raccomandazioni cliniche scientifiche che costituiscono le linee guida. In questo modo verrebbe garantita una pratica medica derivante da evidenze scientifiche".
Il CNEC (Centro nazionale per l’eccellenza clinica, la qualità e la sicurezza delle cure) ha messo a punto un manuale metodologico che contiene regole precise su chi è autorizzato e in che modo deve stilare le linee guida.
Le sentenze della Corte Costituzionale che hanno scardinato la legge 40 negli anni
Peperoni e Ussano (Sumai): così la Regione favorisce le diseguaglianze
“È inammissibile assistere a un’invasione di campo di tale portata da parte di una direzione generale ministeriale con l’oggettiva volontà di non far rispettare una legge dello Stato"
Formalmente le scadenze europee che condizionano il pagamento delle rate sono state tutte rispettate
Metà non sarà in età lavorativa, età media sarà di circa 50 anni. Tra 20 anni meno di una famiglia su 4 avrà figli
Metà non sarà in età lavorativa, età media sarà di circa 50 anni. Tra 20 anni meno di una famiglia su 4 avrà figli
Attivare tavolo di crisi con Governo e Conferenza Stato-Regioni
Molte delle disposizioni del decreto rispecchiano quanto è già previsto da norme vigenti per i tempi d’attesa, che tuttavia vengono spesso disattese, innanzitutto per la cronica mancanza di risorse
I Cup dovranno avere in agende tutte le prestazioni offerte da pubblico e privato convenzionato, e viene previsto anche un sistema per garantire al cittadino tempi certi per le prestazioni mediante ricorso a intramoenia o privato
Infettivologo Gori: "Infezioni in grandissimo aumento in Italia"
Sette nuovi casi segnalati dal 18 al 24 luglio
Peperoni e Ussano (Sumai): così la Regione favorisce le diseguaglianze
“È inammissibile assistere a un’invasione di campo di tale portata da parte di una direzione generale ministeriale con l’oggettiva volontà di non far rispettare una legge dello Stato"
Commenti