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Pensioni, quando conviene il calcolo contributivo tra reddito, età e versamenti

Previdenza Redazione DottNet | 09/04/2024 21:08

Il ricalcolo interamente contributivo della pensione può essere conveniente in alcuni casi particolari come quello in cui il lavoratore si ritrovi ad avere dei periodi di diversi anni di mancata contribuzione

Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, salvo casi particolari come i giornalisti, l'assegno viene calcolato interamente con il sistema contributivo. Cioè in sostanza la pensione si basa sui versamenti dell'intera carriera lavorativa e non è calcolata invece, come avveiva per il retributivo, in base agli ultimi e generalmente migliori redditi. L'assegno è dunque più basso generalmente a volte anche di una quota significativa. Per chi ha iniziato a lavorare prima il calcolo è misto ma ci sono casi particolari - come opzione donna o l'uscita anticipata con quota 103 - in cui la pensione viene calcolata interamente con il sistema contributivo, con regole dunque più penalizzanti. E' possibile comunque sfruttare l’opzione per il ricalcolo contributivo della pensione, in base a quanto previsto dall'art. 1 comma 23 della legge n.335 del 1995. Il ricalcolo interamente contributivo della pensione può essere conveniente in alcuni casi particolari come quello in cui il lavoratore si ritrovi ad avere dei periodi di diversi anni di mancata contribuzione. In quel caso l'assegno con il sistema contributivo può essere più robusto rispetto a quello calcolato con il sistema retributivo. Un altro caso in cui può essere più conveniente il calcolo contributivo è quando il reddito percepito negli ultimi anni della carriera lavorativa sia sensibilmente più basso rispetto a quello degli anni precedenti. Anche in presenza di questa condiziooni l'assegno con il sistema contributivo può essere più alto.

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Anche con quota 103 - il diritto all'uscita dal lavoro con un’età anagrafica di almeno 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 41 anni - l'assegno è calcolato interamente con il sistema contributivo, ma in questi casi generalmente la regola è penalizzante. In questo caso la pensione è determinata secondo le regole di calcolo del sistema contributivo ed è riconosciuta per un valore lordo mensile massimo non superiore a quattro volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente (598,61 euro per quattro quindi 2.394,44 euro lordi al mese). Anche la pensione anticipata “Opzione donna”, trattamento pensionistico erogato a domanda alle lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato i requisiti previsti dalla legge, comporta il ricalcolo interamente contributivo dell'assegno. Possono accedere alla pensione anticipata Opzione donna le lavoratrici che abbiano maturato un’età anagrafica di 61 anni al 31 dicembre 2023 e un minimo di 35 anni di contributi (il requisito anagrafico viene ridotto di un anno per ciascun figlio per un massimo di due anni) e che assitano un parente disabile, abbiano una invalidità uguale o superiroe al 74% o che siano lavoratrici licenziate o dipenmdenti di aziende in crisi. La pensione in questo caso è liquidata esclusivamente con le regole di calcolo del sistema contributivo.

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