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L'invasione delle microplastiche: trovate in 100% campioni sperma e di 8 tipi diversi

Medicina Interna Redazione DottNet | 11/06/2024 16:01

Studio condotto in Cina, ma con la stessa tecnica anche scienziati italiani avevano rilevato la presenza di frammenti in 6 casi su 10 nel liquido seminale di giovani vissuti in un'area inquinata della Campania

Dall'oceano più profondo alle montagne incontaminate, non c'è un angolo di mondo dove non le abbiano trovate: le microplastiche, avvertono gli esperti, sono "ormai onnipresenti e permeano gli ecosistemi". Ma non sono solo nell'ambiente: basta guardare dentro di noi. Queste particelle invisibili a occhio nudo sono state intercettate nei fluidi e nei tessuti umani: latte materno, sangue, urina, pelle. E anche sperma. Uno studio condotto a Jinan, nella Cina orientale - una città situata a circa 180 km dalla costa oceanica più vicina comunemente riconosciuta come un'area inquinata, e priva di impianti di produzione di plastica - ha documentato la contaminazione da microplastica nel liquido seminale di uomini senza esposizione professionale a questi materiali. A colpire è la pervasività della presenza, spiegano gli autori del lavoro pubblicato online su 'Science of The Total Environment', che evidenziano come nei campioni raccolti da una quarantina di partecipanti allo studio - uomini sottoposti a valutazioni sanitarie prematrimoniali a Jinan - siano stati identificati ben 8 tipi diversi di polimeri.

Le microplastiche sono state trovate in tutti i campioni di sperma testati.

Il Ps (polistirene) era il più diffuso tra gli otto polimeri identificati, con una prevalenza del 31%, seguito dal polietilene (Pe, 14%) e dal cloruro di polivinile (Pvc, 14%), e poi in misura decrescente da acrilonitrile-butadiene-stirene (Abs, 11%) e policarbonato (Pc, 11%), polietilene tereftalato (Pet, 8%), polipropilene (Pp, 6%) e politetrafluoroetilene (Ptfe, 6%).

Con una serie di strumenti e analisi gli scienziati - esperti di diversi atenei cinesi - hanno identificato, quantificato e classificato i polimeri di microplastiche presenti, e hanno poi valutato la motilità degli spermatozoi e la morfologia. Una delle tecniche usate (microspettroscopia Raman), spiegano, è la stessa con cui è stato condotto uno studio simile in Italia, pubblicato a fine 2023. Il primo autore Luigi Montano e colleghi hanno rinvenuto in 6 campioni di sperma su 10 dei frammenti di microplastiche - 16 diversi - pigmentati di forma sferica o irregolare in giovani tra i 18 e i 35 anni, sani, che vivevano da almeno 10 anni in un'area inquinata della Campania.

I ricercatori cinesi con la loro analisi hanno poi scoperto che gli effetti dell'esposizione ai diversi polimeri sulla motilità progressiva degli spermatozoi variavano: lo sperma esposto al polistirene (Ps) ha dimostrato una motilità progressiva degli spermatozoi più elevata rispetto al gruppo esposto al cloruro di polivinile. E sono state osservate anomalie morfologiche degli spermatozoi ma non associate in modo significativo a specifici tipi di plastica.

Tutto questo, evidenziano gli autori dello studio sostenuto dal Taishan Scholar Program della provincia di Shandong, mette in luce la necessità di ulteriori indagini su come le microplastiche influenzano la fertilità maschile in termini di presenza pervasiva e potenziale tossicità riproduttiva. "Nel corso del rapido sviluppo degli ultimi decenni, i rifiuti di plastica e le microplastiche sono diventati un problema sempre più urgente con implicazioni potenzialmente gravi sia per l’ambiente che per la salute umana", scrivono gli esperti. Anche perché "nel 2015 la produzione globale di plastica ha raggiunto i 381 milioni di tonnellate e si prevede che triplicherà fino a oltre 1,1 miliardi di tonnellate annue entro il 2050. Man mano che sempre più plastica si diffonde nell'ambiente, le particelle più grandi si scompongono in frammenti più piccoli noti come microplastiche e nanoplastiche, di diametro inferiore a 5 mm e 1 micrometro, le cui piccole dimensioni consentono di entrare facilmente nella catena alimentare".

Ormai, continuano gli scienziati, "un numero crescente di ricerche indica che l'ingestione di microplastiche può avere un impatto negativo sulle funzioni fisiologiche negli animali e nell'uomo. La portata e le implicazioni non sono completamente comprese, ma destano crescente preoccupazione per la salute pubblica". Fra i vari aspetti, "gli effetti delle microplastiche sulla riproduzione e sulla fertilità sono ancora in gran parte poco chiari. A livello globale, circa il 15% delle coppie sperimenta infertilità. L'infertilità maschile rappresenta il 50% di questi casi ed è aumentata insieme al deterioramento della qualità dello sperma negli ultimi decenni. Tuttavia, la causa della spermatogenesi compromessa rimane non identificata in circa il 40% degli uomini", fanno notare gli esperti.

Lo studio vuole offrire un ulteriore approfondimento sul ruolo eventuale delle microplastiche, dal momento che "prove precedenti mostrano che possono compromettere la qualità dello sperma in modelli animali". Si tratta di uno studio iniziale, e serviranno ulteriori ricerche, concludono gli autori, per chiarire i potenziali impatti riproduttivi delle microplastiche negli esseri umani.


 

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