“La sicurezza di chi esercita la professione medica e sanitaria è diventata una questione nazionale, drammaticamente attuale e rappresentativa di una grave regressione sociale e culturale del nostro Paese"
Lo Smi ha scritto al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per chiedere “un incontro utile ad individuare interventi urgenti per la sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni”. Ad annunciarlo, in una nota, Pina Onotri, Segretario Generale dello SMI rende pubblica la lettera inviata.
Per Onotri “la sicurezza di chi esercita la professione medica e sanitaria è diventata una questione nazionale, drammaticamente attuale e rappresentativa di una grave regressione sociale e culturale del nostro Paese. In questi ultimi giorni, infatti, abbiamo assistito a una sequela infinita di aggressioni a medici e a sanitari. Le violenze sono partite da Maruggio, vicino Taranto, ai danni di una donna medico di un presidio di Continuità Assistenziale, proseguite a Bari contro un sanitario del 118, a Napoli al Cardarelli con l’aggressione di una giovane dottoressa del Pronto Soccorso, fino ai diversi episodi di Foggia, dove si sono verificate varie aggressioni nei confronti del personale sanitario”.
Le soluzioni quali la repressione, le denunce e le pene maggiorate, le telecamere, per il segretario generale dello Smi “sicuramente potrebbero servire per questo fenomeno, ma resta il dubbio che non siano del tutto risolutive per arginare il malcontento, l’insoddisfazione, la domanda di salute, reale o presunta che sia, di chi arriva nei nostri ospedali e negli studi medici”.
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