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Aifa, poche reazioni avverse ai vaccini(-39%) e il 93,5% è lieve

Infettivologia Redazione DottNet | 30/09/2024 14:16

Report, 7 decessi segnalati ma non è provata la relazione

 I vaccini si confermano tra i prodotti farmaceutici più sicuri. Nel 2022, con circa 19 milioni di dosi di vaccino somministrate, il sistema di sorveglianza dell'Agenzia Italiana del Farmaco, ha raccolto poco più di 9 mila segnalazioni di sospette reazioni avverse (47,8 segnalazioni ogni 100 mila dosi somministrate), con un calo del 39% rispetto all'anno precedente. Oltre il 93,5% delle sospette reazioni sono di lieve entità mentre quelle gravi sono appena lo 0,003%. È escluso inoltre il legame con decessi.

Sono i dati salienti di un dossier dell'Agenzia Italiana del Farmaco pubblicato questa mattina che confermano la sicurezza dei vaccini.  Il rapporto mostra che la gran parte (93,5%) degli eventi avversi collegati ai vaccini sono di lieve entità: febbre, reazioni locali nella sede di iniezione; pianto; irritabilità, nervosismo e irrequietezza; diarrea, vomito e mal di pancia; reazioni cutanee generalizzate, esantemi, orticaria; sonnolenza, mal di testa, convulsioni.

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Il rimanente 6,5% è classificato come reazione grave, con un 1,6% che ha richiesto il ricovero. Gli effetti collaterali, tendono inoltre a risolversi in poco tempo: al momento della segnalazione il 78% dei sospetti aventi avversi si era già risolto senza nessuna conseguenza, l'8% era in miglioramento e lo 0,7% era in fase di guarigione con postumi.  Vi è però un 3% che non era ancora guarito, mentre per un rimanente 10% non era stato riportato l'esito.   Tra le segnalazioni, il dossier rileva anche 7 decessi dopo la somministrazione del vaccino: "In nessun caso le informazioni disponibili consentivano di individuare la causa del decesso nel vaccino", precisa l'Aifa, che ricorda che la "valutazione della relazione causale tra un evento avverso e la somministrazione di un vaccino, è una procedura alquanto complessa": "non è sufficiente, infatti, che l'evento si verifichi dopo la vaccinazione ma devono essere considerate anche altre possibilità".

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