È uno dei dati emersi da un'indagine promossa dal sindacato Nursing Up su poco più di 3 mila infermieri e presentata in occasione del congresso nazionale Quadri Dirigenti
Se solo potesse, il 60% degli infermieri lascerebbe la professione a causa della sua mancata redditività e del suo elevato impatto in termini di impegno e responsabilità. È uno dei dati emersi da un'indagine promossa dal sindacato Nursing Up su poco più di 3 mila infermieri e presentata in occasione del congresso nazionale Quadri Dirigenti in corso a Roma "Questi dati rappresentano un segnale gravissimo e rilanciano le motivazioni con le quali il nostro sindacato si prepara, per il 20 novembre, alla manifestazione di protesta accanto ai medici e all'annunciata giornata di sciopero", dice Antonio De Palma, presidente del Nursing Up.
Diversi i dati emersi dall'indagine: è quasi unanime (90%) tra gli infermieri l'opinione che il lavoro che svolge ogni giorno non riconosca e non valorizzi appieno i sacrifici e le proprie competenze professionali; l'88% non ha fiducia che entro la fine del 2024 possano esserci miglioramenti nella sua vita professionale sia dal punto di vista economico che contrattuale; il 75% non consiglierebbe il proprio lavoro ad un giovane. Ancora: l'85% dichiara di non ricevere il giusto supporto per la gestione dello stress a cui è sottoposto; il 68% non si sente tutelato nel proprio lavoro quotidiano e nella difesa della propria incolumità. "Quando gli infermieri con almeno 20 anni di professione alle spalle, non consigliano ai propri figli di seguire le loro orme, significa che il sistema ha miseramente fallito", aggiunge De Palma. "È necessario un intervento immediato e strutturale per invertire la rotta. Politiche concrete di valorizzazione, investimenti e miglioramento delle condizioni lavorative sono l'unico modo per ridare fiducia e speranza agli infermieri italiani", conclude.
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