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Torna dal Congo e muore in Veneto per una febbre con emorragia. Ministero della Salute, sono in corso accertamenti

Infettivologia Redazione DottNet | 17/12/2024 19:20

La Regione avvia accertamenti con lo Spallanzani. Per il paese africano la malattia misteriosa "è una grave forma di malaria", ma per l'Oms non è ancora determinata la causa

 Un caso sospetto di morte per febbre con emorragia in una persona di 55 anni, rientrata di recente da un viaggio in Congo, residente in provincia di Treviso, è stato comunicato dal Servizio Igiene Sanità Pubblica dell'Azienda Ulss 2 Marca trevigiana. Sono in corso accertamenti per capire l'origine della malattia, in collaborazione con lo Spallanzani di Roma. Attivate le misure di sanità pubblica previste per questi casi, in accordo con il Ministero della Salute, lo Spallanzani e l'Istituto Superiore di Sanità. È stato disposto l'isolamento fiduciario domiciliare per l'unico contatto noto. Lo rende noto la Regione del Veneto.  Il ministero della Sanità della Repubblica Democratica del Congo ha dichiarato che la malattia precedentemente non identificata e che circola nella regione di Panzi è "una forma grave di malaria". Lo riferisce l'agenzia Reuters sul suo sito. Le autorità locali hanno affermato che la malattia aveva ucciso 143 persone nella provincia sudoccidentale di Kwango a novembre. "Il mistero è finalmente stato risolto.

Si tratta di un caso di malaria grave, sotto forma di malattia respiratoria, indebolito dalla malnutrizione", ha affermato in un comunicato il ministero della Sanità.

  Tuttavia, in una dichiarazione inviata via email al quotidiano Usa Today, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato di "non aver ancora determinato in modo definitivo la causa della malattia" non diagnosticata che ha fatto decine di vittime in una regione del Congo e che "i test di laboratorio sono in corso". E' quanto si legge sul sito del quotidiano statunitense. Alcuni campioni sono arrivati al laboratorio dell'Oms a Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo che dista circa 48 ore di auto dalla zona sanitaria di Panzi, "motivo per cui la malattia ha impiegato così tanto tempo per essere identificata". Altri campioni sono in viaggio, ha detto l'Oms. Il ministro provinciale della Sanità, Apollinaire Yumba, riporta il quotidiano, ha detto che i farmaci antimalarici forniti dall'Oms vengono distribuiti nei principali ospedali e centri sanitari della zona sanitaria di Panzi. Un portavoce dell'Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato che domani arriveranno altri kit sanitari per casi moderati e critici.

In riferimento al caso della persona di Treviso deceduta di ritorno da un viaggio in Congo nella capitale Kinshasa e a nord lungo il fiume Congo, si rappresenta che dalle prime informazioni raccolte dalla Aulss2 Veneto, il paziente non avrebbe avuto alcun contatto con personale sanitario né si sarebbe mai recato in ospedale dall’insorgenza dei sintomi fino al loro peggioramento. Non risulta che abbia seguito alcuna terapia farmacologica. Sono in corso gli accertamenti da parte dell’Istituto Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e dell’Istituto Superiore di Sanità. La Regione Veneto, come da protocollo, ha già attivato in forma precauzionale le necessarie misure di sorveglianza sanitaria. Si ricorda che i precedenti casi di pazienti provenienti dal Congo (regione di Kinshasa), uno ricoverato all’ospedale di Lucca e l’altro presso l’azienda ospedaliera di Cosenza, sono guariti e sono stati dimessi.

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