"la nuova medicina generale sarà nuova, diversa dal passato, dove accanto all'assistenza erogata ai propri pazienti i medici di famiglia garantiranno anche un numero determinato di ore nelle varie strutture, tra cui anche le case di comunità”
Venti milioni di ore l’anno: è il tempo che, già oggi, gli oltre quarantamila medici di medicina generale italiani sono pronti a dedicare ai servizi per i cittadini nelle Case di Comunità. E questo grazie alla nuova convenzione, che per molti aspetti diventa operativa nel 2025, attivando finalmente, per i medici di medicina generale, il ruolo unico. Cosa significa? Che non c’è più differenza, ad esempio, tra medici di famiglia e medici di continuità assistenziale. Ogni medico di medicina generale deve mettere a disposizione della Asl 38 ore settimanali, tra attività oraria e attività a ciclo di scelta, con progressiva riduzione dell’attività oraria rispetto all’aumento degli assistiti, sino al massimale di 1500 pazienti.
A spiegare tutto nei dettagli, il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, in un video per il Tg Sanità, girato a conclusione dell’ultima riunione del Comitato Centrale prima delle elezioni. Un comitato che ha affrontato, tra i numerosi argomenti all’ordine del giorno, anche quello della medicina generale e delle ipotesi di riforma circolate nei giorni scorsi.
"Anno nuovo – esordisce Anelli, sintetizzando quanto emerso dalla discussione - vita nuova: sarà così la nuova medicina generale, una forma completamente nuova, diversa dal passato, dove accanto all'assistenza erogata ai propri pazienti i medici di famiglia garantiranno anche un numero determinato di ore nelle varie strutture, tra cui anche le case di comunità". Il medico di famiglia dal 2025 – continua - sarà praticamente un medico che svolge un'assistenza oraria e a ciclo fiduciario, in modo tale da coprire tutte le esigenze che possono esserci proprio nel garantire quell'assistenza primaria che è stata il fiore all'occhiello di questo nostro Servizio sanitario nazionale e che ci ha consentito di raggiungere quei traguardi straordinari, tra cui l'aumento del numero degli anziani e quindi dell'indice di sopravvivenza".
"Oltre 20 milioni di ore l’anno potranno essere garantite – calcola Anelli - oltre 270 ore a settimana per ogni casa di comunità. Sono solo alcuni dei numeri straordinari che potranno essere garantiti proprio dai medici di medicina generale per erogare servizi, e attraverso le aft, che sono le aggregazioni funzionali territoriali, e poi nelle case di comunità, appunto, insieme agli altri professionisti che saranno presenti: per esempio le vaccinazioni, per esempio tutta l'assistenza infermieristica, la presa in carico delle malattie croniche, il lavoro che si potrà fare con gli specialisti convenzionati". "Insomma, un anno nuovo – conclude Anelli - un anno diverso, una medicina territoriale che evolve e va verso il futuro. L'augurio è a tutti i medici e al nostro Servizio sanitario nazionale che questa nuova modalità riesca a dare ancora più salute a tutti".
E tutto questo già da subito, da quando saranno attive le case di comunità, senza necessità di intervenire sulla natura del rapporto di lavoro o di intaccare quel rapporto di fiducia reciproca e continuità che è stato voluto per l’assistenza territoriale italiana, e che, come le evidenze scientifiche dimostrano, è in grado di allungare la vita dei cittadini.
Luigi Sparano (Fimmg Napoli): «Ribellarsi ora o i cittadini resteranno senza assistenza»
Quici: “Gli oltre 40mila MMG che entrerebbero nella dipendenza potrebbero diventare competitor dei dipendenti nella gestione dei fondi contrattuali e nei percorsi di carriera"
Sanità territoriale, integrazione e digitalizzazione per una migliore esperienza paziente
"Importante la previsione di entrambe le proposte di legge avente ad oggetto l’inserimento delle terapie digitali nei livelli essenziali di assistenza"
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
Commenti