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Legge Gelli-Bianco, resta un'incognita il fronte delle polizze e della governance

Professione Redazione DottNet | 31/03/2025 15:14

Il decreto stabilisce requisiti minimi per le polizze assicurative a cui strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private, sono chiamate a conformarsi entro 24 mesi, con scadenza a marzo 2026

Il 16 marzo di un anno fa entrava in vigore il decreto ministeriale n. 232/2023, attuativo della legge 8 marzo 2017, n. 24, la ben nota Legge Gelli-Bianco. Il decreto stabilisce requisiti minimi per le polizze assicurative a cui strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private, sono chiamate a conformarsi entro 24 mesi, con scadenza a marzo 2026. Ma finora non ci sono stati passi avanti in tal senso, nonostante gli adeguamenti debbano essere operativi entro il 2026. Come si ricoderà, l’obiettivo cardine della Legge Gelli-Bianco è di garantire una tutela risarcitoria efficace per i pazienti, promuovendo un accesso alle cure più sicuro. A tal fine, il legislatore ha definito standard minimi per le polizze assicurative, con l’obiettivo di assicurare parità di garanzie tra le compagnie e prevenire disomogeneità nel mercato, come scrivono sul Sole24ore Matteo Baviello e Salvatore Punzo, due addetti ai lavori, esperti del mondo assicurativo.

,  "Il decreto ministeriale n. 232/2023 specifica in modo dettagliato le condizioni che le compagnie assicurative devono rispettare per offrire coperture valide ed efficaci. Nonostante le stringenti disposizioni per le compagnie assicurative, persiste un significativo vuoto normativo per quanto riguarda le strutture sanitarie che optano per forme di auto-ritenzione del rischio (“autoassicurazione”).

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Secondo i dati dell’Osservatorio AmTrust, sono attualmente sei le Regioni italiane che operano in regime di autoassicurazione totale, senza avvalersi cioè di coperture assicurative conformi ai requisiti del decreto". Secondo i due esperti, "Questo scenario è aggravato dalla mancanza di una chiara attribuzione dei controlli sull’adeguamento delle autoassicurazioni. Sebbene il decreto faccia riferimento al ruolo delle Regioni, questo non è stato disciplinato in modo preciso, lasciando spazio a interpretazioni e rischi di inefficienza. L’assenza di linee guida operative e di supporto tecnico rappresenta una criticità per molte strutture pubbliche, che si trovano spesso prive delle risorse necessarie per implementare strumenti di gestione del rischio adeguati. Tale lacuna può tradursi in una protezione insufficiente per i pazienti e in potenziali responsabilità personali per i dirigenti che non predispongano fondi di riserva certificati, come previsto dalla normativa". Infine un altro punto cruciale riguarda l’obbligo, introdotto dalla Legge Gelli-Bianco nel 2017, di pubblicare i dati relativi ai sinistri e alle polizze assicurative. Questo adempimento, nato per promuovere trasparenza e responsabilità, è ancora disatteso.
 

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