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Contratto infermieri e tecnici, ecco le proposte Aran

Professione Redazione DottNet | 28/04/2025 13:52

Aumenti di 172 euro per infermieri e tecnici. Firma rinnovo contratto di 580mila dipendenti possibile a maggio

Riparte la trattativa per il rinnovo del contratto della Sanità per il triennio 2022-2024, che a dicembre era finita su un binario morto dopo il no di Cgil, Uil e Nursing Up. L'Aran l'agenzia che tratta per conto del governo i rinnovi dei Ccnl del pubblico impiego con le parti sociali, domani (martedì 29 aprile) incontrerà i sindacati dei dipendenti del comparto. Il negoziato interessa 580mila lavoratori del Snn tra infermieri, tecnici e personale non dirigente.La mancata firma tiene in ostaggio aumenti medi superiori a 172 euro lordi al mese e una serie di innovazioni a livello normativo, che vanno dalla settimana corta alla riduzione dei turni, passando per il supporto psicologico per gli infermieri vittime di aggressioni. Nel frattempo si sono svolte questo mese le elezioni per le Rsu, le Rappresentanze Sindacali Unitarie, che hanno visto trionfare proprio la Cgil, sindacato più votato dagli statali, si legge su Il Messaggero.

Il quadro delle risorse disponibili per il rinnovo del Ccnl della Sanità è stato definito in 1,784 miliardi di euro.

Per i sindacati contrari all'intesa le risorse messe in campo non bastano tuttavia «a recuperare il potere d'acquisto eroso negli anni da un tasso di inflazione cumulato che sfiora il 17%». La proposta presentata dall'Aran per il rinnovo contrattuale 2022-2024 prevede un incremento retributivo complessivo a regime di 172,70 euro mensili per 13 mensilità (+6,8% di stipendio), per un totale annuo di 2.245,10 euro. Si arriva a questa cifra, ha evidenziato l'Aran, sommando una serie di aumenti, da quello relativo allo stipendio tabellare (135 euro mensili) all'incremento dell'indennità di specificità infermieristica (15,66 euro mensili), senza dimenticare l'aumento dell'indennità di pronto soccorso (6,52 euro mensili) e i nuovi fondi per le risorse decentrate (15,52 euro mensili). Lo stipendio tabellare rappresenta il 78% dell’incremento totale, mentre le indennità specifiche (specificità infermieristica e pronto soccorso) costituiscono il 13% dell’aumento complessivo, ha chiarito sempre l'Aran, come riporta Il Messaggero.

La trattativa dovrebbe subire ora un'accelerata. Possibile la firma a maggio? Il presidente dell'Aran, Antonio Naddeo, ci crede. «La firma del contratto porterà gli aumenti in busta paga dopo 4-5 mesi, perciò se noi riuscissimo a firmare a maggio, gli incrementi retributivi garantiti dal rinnovo, che molti attendono, arriverebbero a partire dal mese di ottobre», ha sottolineato Naddeo in occasione del congresso della Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche che si è tenuto a Rimini alla fine di marzo. Il numero uno dell'Aran ha anche ricordato che nel contratto non ci sono solo le risorse finanziarie per gli aumenti, ma anche numerose norme in favore della conciliazione vita-lavoro. La bozza di contratto rifiutata da Cgil, Uil e Nursing Up (e accettata da Nursind, Cisl e Fials, che insieme rappresentano però solo il 47% dei lavoratori del comparto) apre a una serie di benefici di natura non economica tra cui il supporto psicologico per gli infermieri che subiscono aggressioni nello svolgimento della loro attività, la riduzione del numero e della durata dei turni e l’esenzione dai turni notturni e dalla pronta disponibilità per il personale più anziano.

Nelle sabbie mobili non è finita in questi mesi solo la trattativa per il rinnovo del contratto della Sanità, ma anche quella che riguarda i dipendenti delle Funzioni locali. Decisivo, pure in questo caso, il no di Cgil e Uil. Discorso diverso per le Funzioni centrali, il cui Ccnl relativo al triennio 2022-2024 invece è stato sottoscritto in via definitiva a gennaio: il no dei sindacati contrari all'intesa è stato aggirato grazie alla firma di Cisl Fp, Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp, che insieme rappresentano il 54,6% dei lavoratori di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. A ogni modo, il governo scommette sul rinnovo della maggioranza dei contratti del pubblico impiego entro la fine di quest'anno. Così emerge dal nuovo Documento di finanza pubblica (ex Def) e in particolare dalle previsioni tendenziali in esso contenute sulla spesa per redditi da lavoro dipendente delle amministrazioni pubbliche, stimata pari a 201.082 milioni nel 2025 (+2,3%), a 205.927 milioni nel 2026 (+2,4%) e a 207.035 milioni nel 2027 (+0,5%). «Le previsioni in termini di cassa – si legge nel Dfp – sono basate sull’ipotesi che nel 2025 verranno siglati i contratti relativi al triennio 2022-2024 per il personale non dirigenziale del comparto Funzioni centrali, del comparto Funzioni locali, del comparto Sanità, del comparto Istruzione e Ricerca, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, delle Forze armate e dei Corpi di polizia ad ordinamento civile e militare, oltre che della Carriera prefettizia e della Carriera diplomatica». Per i restanti contratti il Dfp ipotizza la sottoscrizione nel 2026.

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