Il sistema è capace di incrociare dati fiscali, bancari e internazionali per individuare chi ha debiti superiori ai 50mila euro ma nasconde patrimoni, soprattutto all’estero
Il sistema è capace di incrociare dati fiscali, bancari e internazionali per individuare chi ha debiti superiori ai 50mila euro ma nasconde patrimoni, soprattutto all’estero
La lotta all’evasione fiscale entra in una nuova era grazie all’introduzione dell’evasometro, un sistema tecnologicamente avanzato che promette di rivoluzionare i controlli fiscali. Con il Decreto Legislativo 108/2024, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di archiviare il vecchio redditometro, che spesso generava accertamenti ingiustificati basati su indici generici di capacità contributiva, come spese per immobili o beni di lusso. Ora, il focus è tutto sulla precisione e sull’efficienza. Il nuovo evasometro non scatterà automaticamente su tutti i contribuenti, ma solo su quelli considerati ad alto rischio. Il Generale Luigi Vinciguerra, a capo del Terzo Reparto Operazioni della Guardia di Finanza, ha spiegato alla Commissione Finanze del Senato che l'obiettivo sarebbe quello di colpire chi accumula debiti col fisco ma possiede beni importanti, soprattutto oltre i confini italiani. L'approccio, dunque, sarebbe selettivo: non ci saranno controlli di massa, ma verifiche approfondite su chi presenta segnali concreti di evasione.
Il sistema vuole sfruttare l’incrocio di banche dati e strumenti internazionali per controlli mirati su chi supera i 50 mila euro di debito Questo dispositivo non sarà applicato indiscriminatamente, ma mirerà a categorie specifiche di contribuenti.
Ma ci sono anche quelli che hanno corposi conti personali alle Cayman, o British Virgin Islands. Denaro che indebolisce il nostro sistema produttivo perché non sono utilizzabili dalle banche per fare prestiti. Si potrebbe immaginare una forma di incentivo per far rientrare almeno una parte di questi capitali finalizzato all’investimento nei nostri titoli di Stato. Le verifiche della Guardia di Finanza si basano sull’incrocio di dati, attraverso lo scambio automatico di informazioni fiscali secondo il Common Reporting Standard (CRS), l’analisi delle segnalazioni finanziarie provenienti da intermediari e i dati contenuti nell’archivio dei rapporti finanziari. Questa operazione permetterà di assegnare un punteggio di rischio fiscale ai contribuenti Per rendere il sistema efficace, la Guardia di Finanza avrebbe ora chiesto che le banche dati vengano aggiornate ogni mese. Questo permetterebbe di seguire quasi in tempo reale i movimenti sospetti e intervenire prima che i debiti si aggravino o che i soldi spariscano. L'obiettivo finale sarebbe duplice: prevenire nuove situazioni di evasione e riportare alla luce ricchezze nascoste, ovunque si trovino.
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