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Contro le violenze arrivano i nuovi Pronto Soccorso: ecco come cambiano gli ospedali da Nord a Sud

Sanità pubblica Redazione DottNet | 16/05/2025 18:34

Arrivano app per conoscere in tempo reale che esame sta eseguendo il proprio caro, figure ad hoc con il ruolo di facilitare le comunicazioni con i medici e strutture più accoglienti al posto dei luoghi freddi e spesso decadenti

Intelligenza artificiale per diminuire l'affollamento, piccole biblioteche, app per conoscere in tempo reale che esame sta eseguendo il proprio caro, figure ad hoc con il ruolo di facilitare le comunicazioni con i sanitari. Ma anche restyling per rendere più accoglienti luoghi freddi e spesso decadenti. I pronto soccorso cambiano volto per contrastare, anche così, le aggressioni contro medici e infermieri. Fra gli ultimi casi c'e' quello di Monza: una donna riteneva troppo lunga l'attesa per essere visitata e, per questo, ha aggredito una dottoressa ed è stata arrestata dagli agenti della Questura. Altri due infermieri in servizio al pronto soccorso sono stati aggrediti a Locri nella notte tra martedì 13 e mercoledì 14 maggio e sull'episodio sono in corso accertamenti.

Lo scorso anno, secondo il rapporto Fnomceo-Censis, sono stati oltre 18mila, in Italia, gli operatori sanitari aggrediti, con gli ultimi episodi avvenuti pochi giorni fa, a Locri e a Massa Carrara. Tra le cause, l'eccesso di pressione sui pronto soccorso, spesso affollati e percepiti come 'luoghi respingenti'. Per frenare il fenomeno, le Asl hanno avviato programmi di formazione per dipendenti, ma anche soluzioni innovative come come body cam e smartwatch collegati con le forze dell'ordine.

A questo si affianca uno sforzo per rendere questi luoghi di cura più umani. "Chi attende un proprio caro vive momenti di smarrimento e ansia. Bisogna ridurre l'affollamento ma anche creare ambienti che mettano a proprio agio", spiega Giovanni Migliore (nella foto), presidente della Federazione delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso).  Le soluzioni vanno da quelle più 'tradizionali' a quelle tecnologiche. Per alleggerire i tempi di attesa, nel pronto soccorso di Ravenna è stata creata la 'Casina dei libri', una piccola biblioteca con volumi donati. Mentre in Liguria, l'Asl 4 ha lanciato il progetto 'Educatore in Pronto Soccorso', una figura professionale che funge da facilitatore tra pazienti, familiari e personale. "Spesso - spiega il dg Paolo Petralia - mancano tempo e strumenti per una comunicazione empatica. Il 'facilitatore' colma questo vuoto, offrendo ascolto e supporto".

Il progetto, avviato a Lavagna, è stato esteso a tutti i Dea liguri e sarà integrato in uno spazio smart, con flussi progettati grazie all'Ia. A Siracusa, il pronto soccorso è stato trasformato secondo i principi della biofilia, con piante, materiali naturali e colori rilassanti. "Un ambiente accogliente riduce il disagio e la tensione", afferma Alessandro Caltagirone, direttore generale dell'Asp. "Ma soprattutto - aggiunge - abbiamo attivato un sistema di tracking che aggiorna in tempo reale i familiari sull'evoluzione delle cure". Anche il Cardarelli di Napoli ha avviato un percorso di svecchiamento, come racconta Antonio D'Amore, direttore generale dell'ospedale: "L'azienda ha attivato polizze assicurative per gli operatori e si fa carico delle denunce in caso di aggressione, così da non farli sentire da soli. Abbiamo puntato poi su interventi strutturali, inserendo immagini di paesaggi naturali, per restituire bellezza e dignità ai luoghi di cura".

A Roma, l'ospedale San Filippo Neri ha introdotto software avanzati per migliorare la gestione dei flussi nell'emergenza-urgenza in grado di identificare i frequentatori 'abituali' del pronto soccorso e, di conseguenza, i limiti dell'assistenza territoriale. Mente al Santo Spirito, presidio nevralgico durante il Giubileo, "il restyling ha coinvolto l'arredo, i colori e la comunicazione con i familiari: monitoriamo in tempo reale il percorso clinico e informiamo chi attende, riducendo ansia e tensioni", spiega Giuseppe Quintavalle, che guida la Asl Rm1. Al congresso Fiaso, in programma dal 26 al 28 giugno a Siracusa, si discuterà anche delle prospettive che può offrire l'intelligenza artificiale. "L'analisi del sentiment attraverso i big data e strumenti come i chatbot - conclude Migliore - ci permettono di analizzare i feedback e correggere l'organizzazione in tempo reale. Umanizzare le cure non significa rinunciare alla tecnologia, ma usarla per mettere al centro le persone".

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