"La vera follia è che si sta ipotizzando un doppio binario, dipendenza e convenzione, senza chiarire il nodo fondamentale"
Mentre si concentra l’attenzione sull’applicazione immediata del ruolo unico ai nuovi ingressi nella medicina generale convenzionata, SNAMI denuncia con forza che il problema è ben più profondo e strutturale: così come è stato ideato, il ruolo unico finirà per coinvolgere progressivamente tutta la categoria, inclusi i medici già operativi. "La vera follia è che si sta ipotizzando un doppio binario – dipendenza e convenzione – senza chiarire il nodo fondamentale: Qual è il lavoro che i medici saranno chiamati a svolgere nelle Case di Comunità? Quali saranno le attività previste? Quali servizi verranno garantiti ai cittadini? Discutere di modelli contrattuali senza sapere cosa si farà concretamente in queste strutture equivale a muoversi alla cieca, creando confusione tra i professionisti e disorientamento tra i cittadini.
* Chiarezza sul ruolo unico, che, se nessun governo vuole togliere dalla Legge, deve essere uno strumento di accesso a una graduatoria unica, non un vincolo rigido di sistema;
* Tutela della flessibilità professionale, con possibilità, come sempre, di scegliere tra:
o Lavoro a quota oraria;
o Modalità mista;
o Lavoro a quota capitaria,
in base alle esigenze territoriali e ai diversi contesti organizzativi. Apprezziamo il riconoscimento della specializzazione come requisito imprescindibile, un passo avanti importante. Sulla questione dipendenza vs convenzione, non si può decidere nulla fino a quando lo Stato non definirà chiaramente la missione delle Case di Comunità.
* Se queste strutture prevedranno attività 7/7 con ambulatori dedicati ed organizzati con erogazione di diagnostica di primo livello allora la dipendenza potrà essere una forma attrattiva.
* Se il lavoro dovrà invece rimanere territoriale, capillare e flessibile, allora la convenzione resterà la forma più adeguata.
Fino a quando non ci sarà chiarezza sul lavoro, ogni discussione resterà astratta e fuorviante.
SNAMI continuerà a battersi per un modello sostenibile, equo e centrato sui bisogni reali dei cittadini e dei professionisti, conclude la nota.
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Tra i punti principali l'istituzione della specializzazione e la possibilità di optare per la dipendenza o su forme di accreditamento. Resta il rapporto fiduciario
Al centro del dibattito anche il tema del ruolo unico, da cui ogni medico possa scegliere liberamente se operare in regime orario, a quota capitaria o in modalità mista
Onotri “Occorre invertire il rapporto PIL/spesa sanitaria. Servono più fondi”
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"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
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