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Schillaci: Oggi solo il 5% del Fondo va alla prevenzione, vogliamo aumentarlo. Meloni: è il miglior farmaco che abbiamo

Sanità pubblica Redazione DottNet | 16/06/2025 17:39

Il Ministro: “È necessario rafforzare tutte le attività di coinvolgimento dei cittadini e dobbiamo intercettare le paure, superare i pregiudizi. Un italiano su 5, soprattutto al Sud, non sa che gli screening sono gratuiti”

“Oggi solo il 5% del fondo sanitario nazionale è destinato alle attività di prevenzione. Vogliamo aumentare questa percentuale e in questa direzione va anche il lavoro che stiamo portando avanti con il Mef, grazie alle nuove regole di bilancio europee, affinché la spesa per la prevenzione sia considerata a tutti gli effetti un investimento”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel corso degli Stati generali della prevenzione in corso a Napoli, al quale ha presenziato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sottolineando che “fare leva sulla prevenzione significa, nel lungo termine, ridurre i costi dell’assistenza, liberando risorse da investire in innovazione e ricerca”.

L’importanza di stili di vita corretti e screening

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Per Schillaci occorre anche aderire a stili di vita corretti e agli screening oncologici con 16 milioni di persone invitate nel 2023 ma solo 7 milioni di test eseguiti. “È necessario rafforzare tutte le attività di coinvolgimento dei cittadini – ha aggiunto – e dobbiamo intercettare le paure, superare i pregiudizi. Un italiano su 5, soprattutto al Sud, non sa che gli screening sono gratuiti”.

I dati sono emblematici:

- per lo screening della cervice uterina l’adesione è del 41%, con valori più bassi al Sud e Isole (31%) rispetto al Nord (52%) e al Centro (38%):

- allo screening mammografico ha aderito il 55% delle donne con un differenziale di 15 punti percentuali tra l’area del Nord e quella del Sud e Isole.

- lo screening colorettale registra un’adesione intorno al 34% e anche in questo caso maggiore al Nord, intermedia al Centro e inferiore nel Sud e Isole (20%).

Schillaci lancia un patto tra cittadini e istituzioni

"Scegliere la prevenzione significa scegliere il futuro. La salute è l'unico diritto che la nostra Costituzione definisce fondamentale e l'Italia vanta un sistema sanitario tra i più solidi e solidali del mondo. Un patrimonio che siamo impegnati a conservare e a rafforzare per le generazioni di oggi e di domani. Ma ciò richiede un nuovo approccio che valorizzi maggiormente la prevenzione per vivere più a lungo in buona salute e per assicurare sostenibilità al nostro sistema sanitario, in un'ottica di modernità, mantenendo saldi i principi di universalità, equità e uguaglianza. Dobbiamo investire di più. Oggi solo il 5% del Fondo sanitario nazionale è destinato alle attività di prevenzione. Vogliamo aumentare questa percentuale e in questa direzione va anche il lavoro che stiamo portando avanti con il Mef, grazie alle nuove regole di bilancio europee, affinché la spesa per la prevenzione sia considerata a tutti gli effetti un investimento". Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento all'apertura degli Stati generali della prevenzione a Napoli. "E' evidente che fare leva sulla prevenzione significa, nel lungo termine, ridurre i costi dell'assistenza, liberando risorse da investire in innovazione e ricerca che, grazie agli enormi progressi compiuti, permette di curare malattie un tempo ritenute incurabili", ha aggiunto.

"Gli Stati generali della prevenzione a Napoli per dare un messaggio forte e chiaro: la prevenzione è un investimento e non una spesa. Vogliamo meno cittadini malati per poter curare tutti meglio e in tempi più rapidi". Ha aggiunto Schillaci a margine dell'inizio degli Stati generali della prevenzione. "C'è un problema culturale e dobbiamo far capire alla popolazione quanto sia importante avere la propria salute nella giusta considerazione, adottare dei corretti stili di vita, aderire agli screening che il Ssn mette gratuitamente a disposizione - ha aggiunto - ci vuole n cambio di passo e dobbiamo farlo tutti insieme". "Il Sud nell'adesione agli screening ha un differenziale inaccettabile con il Nord, ecco perché siamo qui a Napoli oggi. Noi vogliamo che tutti i cittadini abbiano le stesse possibilità di cura".

"Abbiamo chiesto all'Istituto Piepoli di sondare un campione rappresentativo di popolazione interessata dai programmi di screening. Il primo dato che mi ha colpito è che 1 su 5, soprattutto al Sud, non sa che sono gratuiti. Tra chi ha ricevuto l'invito, una quota importante di persone ha deciso di non fare il test: circa 1 su 5. E sceglie di non farlo soprattutto perché non ha avuto tempo o ritiene di stare bene e, in assenza di disturbi, preferisce non sottoporsi allo screening. In tanti, indicano esplicitamente un po' di pigrizia. E' qui che dobbiamo moltiplicare gli sforzi e aumentare la consapevolezza nei cittadini che bisogna prendersi cura di sé anche quando si è in salute. Anche sul fronte degli stili di vita si può e si deve fare di più", ha aggiunto. "Penso - lo abbiamo visto anche nella presentazione del professor Mantovani - all'alimentazione corretta e all'attività fisica che sono importanti determinanti di salute e contribuiscono a contrastare l'insorgenza di patologie, anche oncologiche. I dati delle sorveglianze dell'Istituto superiore di sanità indicano che in Italia 4 adulti su 10 sono in sovrappeso o obesi. Alcune regioni del Sud (Molise, Campania, Basilicata, Puglia) continuano a detenere il triste primato per quota più alta di persone in eccesso ponderale. E c'è un problema di obesità infantile che non dobbiamo sottovalutare: il 19% dei bambini è in sovrappeso e gli obesi sono il 9,8%, inclusi i bambini con obesità grave che rappresentano il 2,6%", ha evidenziato il ministro. "L'obesità - ha rimarcato - porta con sé patologie croniche e il primo dovere, verso se stessi e verso la collettività, è quello di seguire un modello alimentare corretto così come dedicare tempo adeguato all'attività fisica. Gli italiani sono per lo più sedentari (24%) o parzialmente attivi (28%), con un gradiente geografico ancora una volta a sfavore delle regioni meridionali. Appare ancora troppo bassa anche l'attenzione degli operatori sanitari al problema della scarsa attività fisica, pure nei confronti di persone in eccesso di peso o con patologie croniche. Ecco perché non dobbiamo allentare la presa: dobbiamo continuare a sensibilizzare, a dare voce alla prevenzione e a farlo in modo corale. In questo senso è essenziale il contributo degli operatori sanitari, delle istituzioni, delle associazioni, anche dei mezzi di comunicazione". "Le scuole sono uno dei target centrali del Piano nazionale della prevenzione'"Le scuole, in particolare - ha evidenziato Schillaci - sono uno dei target centrali del Piano nazionale della prevenzione: il 34% dei progetti messi in campo dalle Regioni riguardano gli stili di vita, e quasi tutte le Regioni hanno attivato attività di comunicazione e formazione nelle scuole rivolte agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie per promuovere la salute attraverso gli stili di vita corretti". "Il nuovo Piano nazionale della Prevenzione, che stiamo definendo e per il quale sarà prezioso il contributo delle Regioni, si arricchirà di nuovi strumenti legati agli investimenti che abbiamo avviato in questi anni per lo sviluppo della sanità digitale e dell'assistenza territoriale nonché sulla crescente ottica One Health", ha concluso il ministro.

La prevenzione "non è solo questione di risorse, non è uno slogan: racchiude azioni che contribuiscono a ridurre l'insorgenza di patologie. E queste azioni si traducono, in primo luogo, nell'adesione a stili di vita corretti e agli screening oncologici. E' bene ricordare che il nostro servizio sanitario offre opportunità di prevenzione non sempre sfruttate a pieno. Penso alle malattie oncologiche. Il 40% dei tumori si può prevenire agendo sui fattori di rischio e aderendo ai programmi gratuiti di screening del servizio sanitario pubblico. I dati dell'Osservatorio nazionale sugli screening dicono che è migliorata l'attività di invito alla popolazione target per tutti i programmi - con incrementi anche al Sud - con quasi 16 milioni di persone invitate nel 2023. Tuttavia, poco meno della metà ha eseguito un test (circa 7 milioni)" ha sottolineato Schillaci. "Mi limito ad alcuni numeri", ha riportato il ministro. "Screening cervice uterina: adesione al 41%, con valori più bassi al Sud e Isole (31%) rispetto al Nord (52%) e al Centro (38%); screening mammografico: ha aderito all'invito il 55% delle donne, con un differenziale di 15 punti percentuali tra l'area del Nord e quella del Sud e Isole; screening colorettale: registra purtroppo un'adesione intorno al 34%, anche in questo caso maggiore al Nord, intermedia al Centro e inferiore nel Sud e Isole (20%). Eppure, si tratta di un test non invasivo che può intercettare possibili patologie oncologiche come il tumore al colon-retto che negli ultimi anni ha visto aumentare le diagnosi nelle fasce di età più giovani". "In linea con le raccomandazioni europee - ha proseguito Schillaci - stiamo lavorando per ampliare i programmi di screening al cancro del polmone. Su questo è già attiva la Rete italiana per lo screening polmonare, che abbiamo rifinanziato anche con la legge di Bilancio 2025 per il proseguimento del programma che finora ha consentito di effettuare quasi 10mila esami con tomografia computerizzata. E stiamo pensando anche al cancro della prostata. E' necessario - ha rimarcato - rafforzare tutte le attività di coinvolgimento dei cittadini. Dobbiamo intercettare le paure, superare i pregiudizi. Ognuno di noi deve sentirsi parte attiva del proprio percorso di salute".

"Sui medici gettonisti siamo stati i primi ad intervenire ed a far capire quanto sia sbagliato ricorrere a questo tipo di professionisti per la sanità. Adesso ragioneremo insieme alle Regioni per trovare una soluzione nell'interesse primario ed unico dei cittadini" ha dichiarato Schillaci rispondendo alla domanda dei giornalisti sulla prossima scadenza, il 30 luglio, dei contratti dei medici 'gettonisti' che coprono i turni in ospedali e pronto soccorso. La scadenza potrebbe mettere in difficoltà l'organizzazione dei reparti. Infine sulle parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, critico rispetto all'organizzazione degli Stati generali della prevenzione a Napoli, "non faccio mai polemiche con nessuno, questo è un evento per tutti e chi non lo capisce ha evidentemente perso una occasione", così il ministro della Salute Orazio Schillaci a margine dell'apertura degli Stati generali della prevenzione a Napoli. De Luca aveva parlato di "vergognosa marchetta" rispetto all'evento.

Meloni: anticipare i rischi prima che diventino emergenze

In un videomessaggioil presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha ricordato che sugli screening “ci sono molti margini di miglioramento, in particolare nelle regioni del Sud”. Anche la premier si dice convinta che i programmi di screening debbano essere sempre più diffusi e radicati su tutto il territorio nazionale. “L’estensione in molte Regioni dello screening gratuito mammografico alle fasce d’età 45-49 e 70-74 anni - ha sottolineato - rappresenta un passo avanti che io considero molto significativo, ma è un dato che ci sprona a fare ancora di più”. Anche perché “la prevenzione è il miglior farmaco che abbiamo a disposizione per poter vivere meglio e più a lungo” e in questa direzione il governo sta lavorando “per anticipare e contenere i rischi prima che diventino emergenze”.

Mantovani (Humanitas): prescrivere l’attività fisica come un farmaco

Per Alberto Mantovani, presidente di Fondazione Humanitas per la ricerca e direttore scientifico emerito dell’Irccs Istituto clinico Humanitas, occorre un passo ulteriore. “Credo che l’esercizio fisico vada ’prescritto’ in modo adeguato come un farmaco - sottolinea -. Ogni anno incontro gli studenti delle scuole medie superiori, penso che dovremmo ’vaccinare’ i giovani contro i comportamenti scorretti e le fake news. C’è ancora un grande divario regionale tra Nord e Sud legato al livello sociale, il sovrappeso e l’inattività fisica pongono dei rischi per la salute e la sostenibilità del Ssn e sollevano un tema generale di disuguaglianze”. Secondo dati ufficiali, nel 2024 la cocaina è stata “sperimentata” da 94mila studenti italiani. Solo l’anno precedente, erano 54mila. Si tratta di una crescita drammatica. Fumare come antidoto alla paura..

Un hub per la prevenzione e gli screening

Maria Rosaria Campitiello, capo del dipartimento della Prevenzione, ricerca ed emergenze sanitarie del ministero della Salute, ha annunciato un un grande portale della prevenzione a cui i cittadini potranno accedere facilmente per reperire tutte le informazioni, scientifiche e validate, su prevenzione e screening. “Il cittadino - spiega - potrà quindi con un click e con delle dashboard interattive entrare nel mondo della prevenzione e familiarizzare con essa, perchè il nostro obiettivo è far comprendere la potenza della prevenzione. Il Prevention Hub sarà la casa di tutti per la prevenzione , dei professionisti e degli utenti, e metterà insieme tutti i dati che abbiamo in un’ottica di one health di salute umana, ambientale e animale”.

Migliore (Fiaso): "Svolta culturale necessaria, prevenzione cuore Ssn"

"Il Servizio sanitario nazionale è a un bivio: continuare a rincorrere le emergenze o diventare capace di anticiparle. Serve un salto di paradigma: la prevenzione deve diventare il cuore dell'organizzazione sanitaria". Lo ha sottolineato il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore, "L'intelligenza artificiale senza dati è cieca", ha aggiunto Migliore. "Non basta adottare algoritmi", ha ammonito: "Servono dati interoperabili, una cultura del dato e strumenti per usarli in modo efficace e trasparente. La frammentazione informativa penalizza il Ssn. La vera svolta passa dalla capacità di usare i dati per prevenire prima che la malattia si manifesti". "Per un vero cambiamento - ha evidenziato il presidente Fiaso - serve coinvolgere tutti i professionisti della salute: dobbiamo diventare, ciascuno nel proprio ruolo, tecnici della prevenzione. E' un cambio di mentalità, non solo di competenze". In particolare, Migliore ha rilanciato la necessità di valorizzare "figure come il tecnico della prevenzione, che operano ancora con riferimenti normativi del 1997: servono profili aggiornati, radicati nei territori e orientati ai dati. Con l'Osservatorio sull'Ia in sanità pubblica, Fiaso ha avviato un percorso per un'innovazione etica e condivisa. Ma non può essere delegata: deve diventare patrimonio comune. La prevenzione intelligente è già possibile - ha concluso il presidente - Serve oggi lo stesso coraggio che abbiamo avuto nel 1978 per creare il Ssn e così attuare e non tradirne i principi".

Gallina (Ue), 'prevenzione necessità,con 1 euro risparmio di 14'

"La prevenzione non è solo strategica ma è una vera e propria necessità per garantire un futuro più sano e sostenibile e per ridurre il carico delle malattie sui sistemi sanitari: prevenzione significa avere comunità più attive e dunque è investire nel capitale umano ed in un futuro in cui la malattia non sarà più una condanna. Bisogna considerare che con ogni euro investito in prevenzione se ne risparmiano 14 di mancati costi. Dobbiamo dunque passare da un modello di sanità passiva ad una sanità preventiva". Lo ha affermato Sandra Gallina, direttore generale della Direzione salute e sicurezza alimentare della Commissione europea. Dunque, "come Commissione europea lavoreremo sulla prevenzione puntando anche sulle tecnologie digitali". Centrale, ha aggiunto, sarà anche il progetto sullo Spazio europeo dei dati sanitari: "Per mettere in atto l'interoperabilità tra gli Stati avremo una spesa di 2 miliardi di euro, ma questo ci garantirà ad un certo termine un risparmio di 12 miliardi". La prevenzione è pertanto, ha concluso, "un elemento cruciale nella strategie per la Salute in tutti gli Stati membri, con un finanziamento complessivo in Ue che è passato dal 3% al 5,5% con il periodo pandemico ma, purtroppo, ci sono ancora grandi differenze tra i vari Stati". 

Mandelli (FOFI): "Prevenzione è priorità collettiva: farmacisti al servizio del SSN per renderla 'a portata' di tutti i cittadini"

"La prevenzione è uno dei principali bisogni della popolazione per ridurre l’impatto delle malattie croniche sulla vita delle persone, garantendo più anni in buona salute, ma anche per preservare la sostenibilità economica del servizio sanitario nazionale in un contesto caratterizzato da squilibri demografici e sociali che aumentano il carico assistenziale con ripercussioni sull’accesso ai servizi e alle cure. Rilanciare la prevenzione deve essere una priorità collettiva e i farmacisti sono al servizio di questo grande obiettivo comune. La prossimità e la presenza capillare sul territorio ci consentono di entrare ogni giorno in contatto con 4 milioni di persone lungo la Penisola, nelle aree interne e nei piccoli comuni così come nelle grandi città, rappresentando un presidio di salute decisivo per fare cultura e per favorire l’accesso alle opportunità di prevenzione disponibili", ha detto il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), Andrea Mandelli, intervenendo agli Stati Generali della prevenzione in corso a Napoli. "Questa due-giorni promossa dal Ministero della salute - aggiunge - è un segnale importante nell’ottica di massimizzare la collaborazione tra tutti gli attori del servizio sanitario, ma anche per sensibilizzare i cittadini affinché diventino protagonisti attivi della propria salute". "I farmacisti - prosegue Mandelli - abbracciano a tutto tondo la prevenzione, primaria e secondaria: dall’educazione sanitaria alla vaccinazione, dagli screening oncologici al monitoraggio dello stato di salute per intercettare precocemente eventuali situazioni di rischio. Tutti servizi erogati dai farmacisti con professionalità, efficienza e in piena comodità e sicurezza per i cittadini". "I dati molto positivi sulle vaccinazioni somministrate in farmacia, l’adesione agli screening per il tumore del colon retto e la crescente richiesta di prestazioni di telemedicina per la prevenzione cardiovascolare confermano il ruolo strategico dei farmacisti nel campo della prevenzione e della promozione della salute. In questa importante giornata, rinnoviamo la disponibilità e l’auspicio affinché possano essere ulteriormente rafforzate le opportunità di prevenzione offerte dai farmacisti di prossimità: ogni malattia evitata o individuata per tempo è un punto a favore della salute dei cittadini e della sostenibilità del nostro sistema sanitario", conclude il presidente Fofi.

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