Di Silverio: Subito l’emanazione dell’atto di indirizzo. Quici: In assenza di risposte, proclameremo lo stato di agitazione. Scotti: Impulso immediato al percorso per gli atti di indirizzo . Grasselli: stringere i tempi
Firmato il contratto per il comparto sanità, i sindacati scaldano i motori per prepararsi al lungo inverno di lotte per ottenere lo stesso risultato per la dirigenza. "Come ampiamente previsto e denunciato, al netto di incontri, scontri e discussioni, abbiamo dovuto attendere la firma del contratto del comparto per discutere (forse) quello della dirigenza medica e sanitaria. Ma le attese devono finire qui, - dichiara il Segretario Nazionale dell’Anaao Assomed, Pierino Di Silverio - perché ora è improcrastinabile l’emanazione dell’atto di indirizzo, propedeutico all’apertura delle trattative".
"Queste procedure – prosegue Di Silverio - svelano una realtà spiacevole: noi medici e dirigenti sanitari siamo semplicemente tra i tanti fruitori e attori paganti della pubblica amministrazione, senza peculiarità riconosciute benché esistenti, senza distinguo legislativi che sostengano le legittime diversità delle nostre categorie, senza menzioni e senza attenzioni". "Se davvero, come si afferma da più parti, si vuole investire sui professionisti medici e dirigenti sanitari è questo il momento di dimostrarlo con i fatti". E i fatti devono rientrare in questa roadmap che l’Anaao Assomed propone in 4 passaggi:
1. Immediata emanazione dell’Atto di indirizzo per il contratto 2022-2024.
2. Firma del contratto 2022-2024 per correggere le inesattezze dell’attuale contratto che determinano difficoltà applicative.
3. Apertura immediata del triennio successivo 2025-2027.
4. Interventi su carriere, concorsi e governance delle aziende da prevedere nel decreto professioni sanitarie in discussione in Parlamento.
"Questo percorso ci porterà a un impegno importante per l’Associazione che è quello di prevedere nella prossima legge di bilancio un incremento di risorse per i professionisti. Siamo convinti – conclude Di Silverio - che per migliorare le sorti della nostra professione non sia sufficiente il contratto ma che debbano essere promulgate leggi a misura di medico e dirigente sanitario".
A Di Silverio di aggiunge anche Quici (Cimo-Fesmed): "Ora che il comparto sanità ha firmato la pre-intesa del CCNL, non ci sono più alibi: le Regioni emanino subito l’atto di indirizzo necessario ad avviare le trattative per il contratto dei medici e dei dirigenti sanitari e si apra il tavolo in Aran. In assenza di risposte immediate, saremmo costretti a proclamare lo stato di agitazione dei medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale. E non vorremmo causare ulteriori criticità ad ospedali in affanno a causa delle ferie estive che aggravano la già critica carenza di personale". "Ricordiamo – aggiunge Quici – che parliamo del CCNL 2022-2024, quindi ampiamente scaduto, i cui aumenti sono stati in buona parte già erogati tramite l’indennità di vacanza contrattuale e assorbiti dagli aumenti delle aliquote IRPEF regionali. Di fatto, i medici in tasca avranno veramente pochi spicci in più. Crediamo quindi che sia necessario, al fine di dare un vero riconoscimento ai colleghi, chiudere rapidamente le trattative per la sola parte economica del CCNL 2022-2024 e aprire subito dopo il tavolo per il contratto 2025-2027, per il quale il Governo ha già stanziato le risorse".
In un contesto in rapida evoluzione, i medici di famiglia non stanno a guardare: "Apprezziamo le parole del presidente dell’Aran, che in occasione della firma del contratto del comparto si è detto pronto ad avviare al più presto le trattative per la dirigenza medica. È sempre una buona notizia quando la parte pubblica si rende proattiva. A maggior ragione, ci risulta discutibile e preoccupante il silenzio che circonda la Conferenza delle Regioni e il Comitato di Settore in merito alla convenzionata", incalza il Segretario Generale della Fimmg, Silvestro Scotti. Il leader Fimmg rivolge un richiamo diretto al presidente Fedriga: "Ci aspettiamo che attivi le procedure necessarie per l’invio degli atti di indirizzo riguardanti il personale convenzionato. Vale la pena ricordare che si tratta del contratto 2022-2024; pertanto, anche nell’ipotesi di firma entro fine anno, si siglerà ancora una volta un accordo riferito al passato, con tutte le conseguenze del caso», sottolinea Scotti con disappunto. Definire contratti per anni già trascorsi, infatti, obbliga sia la parte pubblica sia quella sindacale a fare riferimento alle normative vigenti nel periodo considerato. Da qui l’invito di Scotti – rivolto al presidente Fedriga, al presidente del Comitato di Settore Marco Alparone e al Ministero della Salute quale soggetto vigilante – a dare un impulso immediato al percorso che dovrà portare alla definizione degli atti di indirizzo e, si spera, alla firma nel più breve tempo possibile.
Forte è anche il richiamo alla Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati (SISAC), rimasta finora silente e per nulla proattiva. "A latere di tutte le discussioni teoriche e delle speculazioni giornalistiche sulle possibili riforme – afferma Scotti – la vera riforma della medicina generale si realizza attraverso il contratto convenzionato e atti di indirizzo chiari, impostati sull’evoluzione del sistema territoriale. Un cambiamento che risponda ai bisogni di salute dei cittadini sarà possibile solo se i contratti saranno definiti guardando al futuro e non più al passato". Intanto, è già convocato per il 19 luglio il Consiglio Nazionale della Fimmg, che servirà ad aprire un confronto anche con gli altri sindacati della medicina convenzionata. "Entro quella data ci aspettiamo di aver ricevuto delle risposte; diversamente, come è ovvio, non resteremo fermi ad attendere senza comprendere quali siano le prospettive della medicina generale". Ritardi e silenzi, sottolinea la Fimmg, non fanno che peggiorare una situazione già complessa che, come testimonia la fuga dal corso di formazione, denota una marcata disaffezione dei giovani medici nei confronti della medicina generale. "Questa perenne incertezza – conclude Scotti – non fa che aggravare il problema. Si chiede alla medicina generale di far fronte ai bisogni di salute previsti dal Servizio sanitario nazionale con contratti fermi al 2021, senza tener conto dell’inflazione e senza mettere sul tavolo strumenti di defiscalizzazione o di decontribuzione".
"Il Ccnl del triennio 2022-2024 che riguarda circa 130.000 tra medici, veterinari, farmacisti, biologi e dirigenti sanitari ha atteso leggi di bilancio, altri contratti, elezioni di rappresentanza di altri comparti, referendum e lentezze burocratiche bizantine. Ora che si è chiuso il contratto 2022-2024 degli infermieri è indispensabile che le parti datoriali emanino il lungamente soppesato e trattenuto atto di indirizzo che prelude l'apertura della contrattazione della dirigenza" dichiara il Presidente FVM Aldo Grasselli. "Se il Ministro Zangrillo vuole più efficienza nella PA è suo compito stringere i tempi per ciò che compete al suo ministero e ai suoi organismi negoziali. Il contratto di lavoro 2025/2027 dovrebbe essere già all'ordine del giorno mentre stiamo ancora aspettando di trattare quello del triennio precedente. Non sono queste le condizioni ideali per favorire l'identificazione dei sanitari con le "aziende" del Servizio sanitario nazionale" prosegue il Presidente FVM.
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