In caso di dichiarazione di emergenza pandemica, potrebbero insorgere complicazioni nella libera circolazione internazionale, soprattutto per via dei certificati vaccinali
Con una lettera datata 18 luglio indirizzata al direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha formalizzato il rifiuto dell’Italia di accettare gli emendamenti 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI), adottati nel corso della 77ª Assemblea Mondiale della Sanità. Una scelta che colloca il nostro Paese in linea con la posizione assunta dagli Stati Uniti. Gli emendamenti mirano a rafforzare il quadro normativo per affrontare le emergenze sanitarie globali, rendendolo giuridicamente vincolante. Nella missiva, Schillaci invoca l’articolo 61 del RSI del 2005 per notificare il rigetto integrale delle modifiche approvate.
Le possibili conseguenze
Dal punto di vista pratico, in caso di dichiarazione di emergenza pandemica, potrebbero insorgere complicazioni nella libera circolazione internazionale, soprattutto per via dei certificati vaccinali. I nuovi emendamenti introducono un formato aggiornato di certificato, ma i cittadini italiani continuerebbero a usare quello precedente. In scenari ipotetici in cui l’OMS richiedesse un “green pass” aggiornato per spostarsi tra Paesi, chi proviene da Stati non aderenti — come l’Italia — potrebbe essere soggetto a maggiori controlli o limitazioni. Questo potrebbe valere anche all’interno dell’area Schengen. Tuttavia, sotto il profilo dell’approvvigionamento di farmaci e vaccini, l’impatto sarebbe più contenuto: anche senza aderire alle modifiche, l’Italia può continuare a gestire le scorte previste dai propri Piani pandemici, con l’OMS che garantirebbe comunque il supporto necessario per motivi di solidarietà.
Che cos’è il Regolamento Sanitario Internazionale?
Si tratta di un accordo vincolante sottoscritto da tutti i 194 membri dell’OMS. Serve a regolamentare le modalità con cui gli Stati gestiscono e comunicano le emergenze sanitarie internazionali (PHEIC – Public Health Emergency of International Concern). L’ultima revisione risale al 2005.
Quando entreranno in vigore gli emendamenti?
Le modifiche al RSI sono state approvate il 1° giugno 2024. Entreranno ufficialmente in vigore il 19 settembre 2025, a meno che uno Stato non notifichi una riserva o un rifiuto entro il 19 luglio 2025. In tal caso, le norme si applicheranno a partire dal 19 settembre 2026. L’Italia e gli Stati Uniti hanno già comunicato il loro rifiuto, esercitando dunque la facoltà prevista.
Cosa prevedono gli emendamenti?
Introduzione della categoria di “emergenza pandemica”, distinta dalla PHEIC;
Rafforzamento della cooperazione tra Stati, lo scambio di dati e il monitoraggio;
Impegno per garantire equità nella distribuzione di risorse sanitarie nei Paesi più fragili;
Istituzione del Comitato degli Stati Parte per vigilare sull’attuazione del regolamento;
Creazione di Autorità nazionali per coordinare le risposte sanitarie;
Nuovo modello per i certificati di vaccinazione, applicabile solo ai documenti emessi dopo l’entrata in vigore delle nuove norme.
Il rifiuto comporta l’uscita dal Regolamento?
No. Il Regolamento del 2005 resta pienamente in vigore. Tuttavia, non partecipare al nuovo assetto potrebbe escludere l’Italia da processi decisionali futuri all’interno dell’OMS.
Il contesto politico e le reazioni
Negli Stati Uniti, la decisione è stata giustificata con motivazioni legate alla sovranità nazionale. I nuovi emendamenti, infatti, attribuirebbero maggiore potere all’OMS, anche sul piano informativo e operativo. Donald Trump, tornato alla Casa Bianca, ha già avviato le procedure per il ritiro ufficiale degli USA dall’organizzazione: l’efficacia della decisione è prevista per gennaio 2026, un anno dopo la notifica, come da statuto OMS. Intanto, a maggio, la stessa Assemblea Mondiale della Sanità ha approvato un primo Accordo Pandemico Globale, nato in risposta alle carenze emerse durante il Covid-19. Hanno votato a favore 124 Paesi; 11 si sono astenuti, tra cui l’Italia, la Polonia e la Russia. L’accordo entrerà in vigore una volta ratificato da almeno 60 Stati.
Le reazioni in Italia
Lo scorso maggio l'Assemblea Mondiale della Sanità, organo legislativo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), aveva formalmente adottato il primo Accordo Pandemico Globale, nato per rafforzare la preparazione e la risposta collettiva a future pandemie. L'accordo è arrivato dopo tre anni di intensi negoziati avviati a seguito delle lacune emerse durante la pandemia di COVID-19. Nel voto in commissione che ha preceduto l'adozione formale, 124 Paesi si sono espressi a favore, nessuno ha votato contro, mentre 11 Paesi si sono astenuti: tra questi ci sono oltre all'Italia, che ha ribadito la centralità della sovranità nazionale nelle decisioni in materia di salute pubblica, Polonia, Slovacchia, Iran, Israele e Russia. Si tratta del secondo accordo vincolante negoziato sotto l'articolo 19 della Costituzione dell'OMS, dopo la Convenzione quadro per il controllo del tabacco del 2003. Una volta ratificato da almeno 60 Paesi, l'Accordo Pandemico entrerà ufficialmente in vigore.
“Da tempo avevamo sollevato perplessità e preoccupazioni in merito a queste modifiche volte a cambiare il regolamento sanitario del 2005. Modifiche che avrebbero comportato una riduzione della sovranità nazionale in tema di politiche sanitarie, tra le quali la possibilità dell'Oms di esercitare un controllo sull'informazione in ambito sanitario. Senza contare, peraltro, che queste modifiche sarebbero state introdotte senza alcun dibattito parlamentare. Questa scelta, peraltro condivisa anche da altri Paesi come gli Usa, non determina alcun cambiamento riguardo la sicurezza sanitaria, che sarà sempre garantita con il massimo livello di rigore, al pari del coordinamento con le altre Nazioni. Il governo Meloni ha nuovamente confermato che a guidare la nostra azione politica è l'interesse nazionale e degli italiani”, ha commentato subito capogruppo dei deputati di Fratelli d'Italia, Galeazzo Bignami. Boccia l'iniztativa di Schillaci la deputata Pd Ilenia Malavasi: “Con il rifiuto degli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale dell'Oms, comunicato ufficialmente dal ministro Schillaci, il governo Meloni compie un passo irresponsabile e pericoloso per inseguire la scellerata amministrazione Trump.
È un gesto grave; un atto di chiusura miope e ideologica, che ci allontana dai partner europei e ci allinea a posizioni negazioniste e populiste che nulla hanno a che vedere con la tutela della salute pubblica. Ci stiamo mettendo fuori dal consesso internazionale, rinunciando a un quadro giuridico condiviso per affrontare le emergenze sanitarie globali. È come dire che l'Italia, da sola, sa e può fare meglio dell'Oms e della comunità scientifica internazionale. È un errore clamoroso”. I parlamentari del Movimento Cinque Stelle delle Commissioni affari sociali di Camera e Senato, in una nota congiunta, definiscono «estremamente preoccupante» quanto accaduto e criticano la presidente del Consiglio Giorgia Meloni «sempre pronta a genuflettersi davanti al presidente Usa, Donald Trump, e a strizzare l'occhio a una rivisitazione antiscientifica dell'approccio sanitario». Sottolineano anche i rischi per gli italiani che, «in caso di nuova pandemia, potrebbe trovarsi in difficoltà nei viaggi internazionali, con la possibilità di subire limitazioni, controlli sanitari aggiuntivi, possibili quarantene o obblighi di rivaccinazione secondo i protocolli adottati da tutti gli altri». Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera parla di Italia resa «serva sciocca di Trump», mentre la parlamentare di Azione Daniela Ruffino, bolla come «cecità politica la decisione del governo di rompere quella solidarietà internazionale grazie alla quale è stata fronteggiata una minaccia come il Covid».Secondo il segretario di Più Europa, Riccardo Magi «la scelta del ministro Schillaci, che si allinea con quella degli Stati Uniti sotto l'amministrazione Trump, potrebbe infatti ostacolare la collaborazione internazionale e mettere a rischio i cittadini italiani in caso di emergenze sanitarie globali, con possibili limitazioni e controlli più stringenti nei viaggi all'estero».
La lettera di Schillaci a Ghebreyesus
"Le scrivo - si legge nella letterainviata dal ministro Schillaci al direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità - con riferimento alla sua comunicazione del 19 settembre 2024 sugli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (2025) adottati dalla 77/ma Assemblea mondiale della sanità con la risoluzione n.WHA77.17. Come indicato dal comma 3 dell'articolo 55 e dal comma 2 dell'articolo 59 del Regolamento sanitario internazionale (2005), tali emendamenti entreranno in vigore a 12 mesi dalla sopra citata comunicazione, ovvero il 19 settembre 2025, eccetto per quelle Parti che avranno notificato al direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità la loro decisione di rifiutare o di formulare delle riserve nei confronti dei citati emendamenti". Pertanto, si legge, "ai sensi dell'articolo 61 del Regolamento sanitario internazionale (2005), per mezzo di questa lettera le notifico il rifiuto di parte italiana di tutti gli emendamenti adottati dalla 77/ma Assemblea mondiale della sanità con la risoluzione WHA77.17". Alla a 77ª Assemblea Mondiale della Sanità, che si è svolta dal 27 maggio al 1 giugno 2024 a Ginevra, i Paesi membri hanno adottato emendamenti al Regolamento sanitario internazionale, un quadro giuridicamente vincolante per rispondere alle emergenze di salute pubblica, per introdurre il concetto di "emergenza pandemica" e "maggiore solidarietà ed equità". L'amministrazione Trump ha rifiutato gli emendamenti sottolineando che i cambiamenti rischiano di interferire in modo "ingiustificato" con il diritto sovrano nazionale di elaborare politiche sanitarie.
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