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Campania, il 50% degli accessi in pronto soccorso per patologie urologiche è legato alla calcolosi urinaria

Nefrologia Redazione DottNet | 24/09/2025 12:14

Tra i fattori di rischio più comuni figurano scarsa idratazione, diete ricche di proteine animali e sale, obesità, familiarità e alcune malattie metaboliche

Due giornate (25 e 26 settembre), al Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, per formare i chirurghi su una malattia complessa e non sempre di facile risoluzione: la calcolosi dell’apparato urinario. L’iniziativa si propone come una vera e propria masterclass rivolta a urologi in formazione e a specialisti che desiderano approfondire conoscenze ed esperienze sul tema. La calcolosi urinaria, che tutti conosciamo sotto il nome di calcoli renali, è una delle patologie urologiche più diffuse. Basti pensare che colpisce circa il 10-12% della popolazione nel corso della vita, con un’incidenza maggiore negli uomini, e tende a recidivare: un paziente su due, infatti, può sviluppare nuovi calcoli entro 5-10 anni. In Campania, tra i ricoveri in pronto soccorso legati a patologie urologiche oltre il 50% riguarda la calcolosi urinaria, con un impatto rilevante sia in termini clinici sia organizzativi.

I calcoli possono formarsi in diversi tratti delle vie urinarie – rene, uretere o vescica – e sono costituiti da sostanze normalmente presenti nelle urine, come calcio, ossalato, acido urico o fosfato, che in determinate condizioni precipitano e si aggregano. Tra i fattori di rischio più comuni figurano scarsa idratazione, diete ricche di proteine animali e sale, obesità, familiarità e alcune malattie metaboliche. La sintomatologia varia a seconda della sede e delle dimensioni del calcolo: dal dolore lombare o addominale intenso e intermittente (colica renale) alla presenza di sangue nelle urine, fino a complicanze come infezioni urinarie ricorrenti o danno renale. Per queste ragioni, la gestione della calcolosi richiede approcci sempre più mirati ed efficaci.

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Negli ultimi anni la tecnologia ha rivoluzionato le possibilità terapeutiche grazie a nuovi strumenti endoscopici mininvasivi. Diverse le innovazioni che troveranno spazio durante la masterclass di Pozzuoli: dai laser di ultima generazione, più compatti e potenti, che consentono di frammentare i calcoli in modo sicuro ed efficace agli ureteroscopi flessibili monouso con visione digitale, capaci di raggiungere qualsiasi sede del rene, riducendo il rischio di contaminazioni e infezioni. Ma anche sistemi avanzati per il monitoraggio delle pressioni intrarenali in tempo reale, fondamentali per la sicurezza intraoperatoria. «Questi strumenti non solo migliorano l’efficacia dell’intervento – spiega il professor Giovanni di Lauro, direttore dell’UOC di Urologia del Santa Maria delle Grazie – ma permettono anche di garantire una maggiore tutela per il paziente, riducendo i tempi di degenza e favorendo un recupero più rapido». L’evoluzione tecnologica ha portato a strumenti sempre più piccoli e sofisticati, capaci di assicurare precisione, mininvasività ed efficacia, minimizzando le complicanze. Il corso di Pozzuoli rappresenta quindi un’occasione formativa di alto livello, con l’obiettivo di completare, approfondire e aggiornare le conoscenze su una patologia che continua a essere tra le più frequenti cause di accesso ai pronto soccorso e che, grazie alla ricerca e all’innovazione, può oggi essere trattata con approcci sempre più sicuri e personalizzati.

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