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Profilo sanitario sintetico, il sistema non è pronto: termine rimandato a dicembre o al 31 marzo 2026

Medicina Generale Redazione DottNet | 30/09/2025 16:06

Rossi (Omceo Milano): "Con un sistema informatico che fa acqua da tutte le parti, l'applicazione del nuovo decreto sul Pss sarebbe stata ardua se non impossibile"

Termine rimandato per l'implementazione del Profilo sanitario sintetico (Pss) che doveva chiudersi il 30 settembre. Arriverà la proroga al 31 marzo 2026 con un decreto in Conferenza Stato-Regioni del 2 ottobre. Probabile lo spostamento a dicembre, o addirittura a marzo, per permettere la fine del lavoro di implementazione. Il profilo sintetico - con dati, esami, cartelle cliniche - doveva completare l'ecosistema online che puntava a renderà più veloce la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione dei pazienti.

Ma vediamo in che cosa consiste il Pss nel dettaglio: contiene le informazioni sanitarie principali di ogni paziente e diventa cruciale in caso di emergenze, perchè può essere consultabile da parte di medici e strutture anche in mancanza del consenso esplicito del diretto interessato.

 Il Profilo sanitario sintetico (Pss) o Patient Summary è un nuovo documento informatico che, secondo un decreto del ministero della Salute, sarebbe dovuto essere operativo dal 30 settembre. Ma i medici, che avranno il compito di compilarlo e gestirlo, denunciano "enormi difficoltà" a partire dai sistemi informatici non aggiornati, oltre ai problemi che si pongono in termini di privacy e sicurezza dei dati. E infatti è scattata la proroga.  Redatto e aggiornato per ogni paziente dal medico di famiglia o dal pediatra di base, si tratta di un documento informatico che riassume i dati clinici essenziali di un paziente come patologie croniche, allergie, terapie in corso, malformazioni e disabilità, protesi e anamnesi familiare. L'obiettivo è permettere una immediata conoscenza del quadro clinico del soggetto principalmente in situazioni critiche e di emergenza.

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    Il cittadino potrà visualizzarlo tramite il proprio Fascicolo Sanitario Elettronico ed in caso di emergenza i dati potranno essere consultati anche senza il consenso dell'assistito, sempre con l'obiettivo di assicurare un intervento tempestivo. Il Pss è previsto dal decreto del 2023 sul Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0. Agli inizi di settembre il ministero della Salute ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del 27 giugno 2025 con le indicazioni attuative per la definizione dei contenuti informativi del Pss ed il termine ultimo per la sua piena implementazione era fissato appunto al 30 settembre. Un termine che tuttavia, avvertono i medici, risultava puramente teorico dal momento che sono varie e spinose le questioni da risolvere, a partire da reti informatiche fragili, archivi da proteggere da possibili violazioni, oneri burocratici per medici già sovraccarichi e dilemmi etici sull'inclusione di dati sensibili come dipendenze o disturbi psichici.

    Critico il presidente dell'Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi: "Il Pss potrà apportare migliorie nell'assistenza dei cittadini, ma presenta numerose e pesanti criticità connesse con la cyber-sicurezza, con la privacy, con problemi di natura etica e medico-legale. Sarà uno strumento a cui approcciarsi con grande cautela da parte dei colleghi che si troveranno a compilarlo". Inoltre, afferma, "con un sistema informatico che fa acqua da tutte le parti, l'applicazione del nuovo decreto sul Pss sarebbe stata ardua se non impossibile. Ma, evidentemente, per rispettare i termini del Pnrr e aspirare a percepirne i relativi finanziamenti, tutti dovevano far finta che entro la fine di settembre questo sistema sarebbe potuto ragionevolmente andare a regime. Tutti, tranne chi con questo sistema deve lavorare e garantire la salute dei cittadini. Faremo sentire la nostra voce". E così è stato.

Accanto ai nodi della sicurezza informatica e della privacy, l'Ordine di Milano richiama l'attenzione anche su un altro rischio: la possibilità che dati particolarmente sensibili vengano utilizzati in modo improprio. Il Pss "solleva questioni etiche - sottolinea Rossi -. Alcuni dati, come quelli relativi alla salute mentale o alle dipendenze o ad alcune malattie, potrebbero essere considerati troppo sensibili per essere condivisi. C'è il rischio che il Pss possa essere utilizzato per discriminare i cittadini, ad esempio in ambito lavorativo o assicurativo". Anche il segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, esprime perplessità: "I sistemi software che gli studi dei medici di famiglia hanno in dotazione hanno bisogno di adattamenti e aggiornamenti finalizzati al Pss, che non sono stati effettuati. Quindi - afferma Scotti all'ANSA - il termine ultimo del 30 settembre è inattuabile". Desta infine preoccupazione, conclude il vicesegretario Fimmg Nicola Calabrese, "la mancanza di una formazione specifica per i medici di base rispetto a questa nuova procedura che, oltre ad aumentare il carico in capo ai medici, ha una certa complessità".

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