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Ecdc, oltre 10mila i casi in Europa di morbillo in un anno. Italia terzo Paese più colpito

Infettivologia Redazione DottNet | 03/10/2025 12:38

L’Ecdc raccomanda una copertura vaccinale superiore al 95%, una sorveglianza più capillare e strategie mirate per raggiungere le popolazioni difficili da intercettare

Sono stati 10.825 i casi di morbillo segnalati dal 1° settembre 2024 al 31 agosto 2025 nei Paesi Ue/See, con Romania, Francia e Italia in testa. Otto i decessi, quasi tutti tra i non vaccinati. Segnalati anche 100 casi di rosolia, per l’84% in Polonia. Ad agosto 2025 in Europa sono stati invece notificati 96 casi di morbillo in nove Paesi, con Romania, Francia, Polonia e Spagna tra i più colpiti, mentre 18 Stati hanno riportato zero casi. Nello stesso mese registrati anche otto casi di rosolia in Grecia, Polonia e Finlandia.

Questa la fotografia fornita dagli ultimi dati dell’Ecdc, che attraverso Epipulse Cases aggiorna mensilmente i casi di morbillo e rosolia.

Alla luce dei risultati, l’Ecdc raccomanda di rafforzare la copertura vaccinale, la sorveglianza e la consapevolezza clinica per contenere focolai ed epidemie. Morbillo nell’agosto 2025 Nell’agosto 2025, 27 Paesi hanno riportato dati sul morbillo. Nove hanno segnalato complessivamente 96 casi, mentre 18 hanno comunicato zero casi. Nel complesso, il numero di infezioni è diminuito rispetto al mese precedente, sebbene il dato potrebbe variare con aggiornamenti retrospettivi. I conteggi più alti sono stati segnalati da Romania (30), Francia (27), Polonia (11) e Spagna (9).

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I casi di morbillo dal 1° settembre 2024 al 31 agosto 2025 In dodici mesi, 30 Stati membri dell’UE/SEE hanno notificato 10.825 casi, di cui 7.738 (71,5%) confermati in laboratorio. Il maggior numero è stato segnalato da Romania (7.076), Francia (897), Italia (595), Paesi Bassi (534) e Spagna (403), pari rispettivamente al 65,4%, 8,3%, 5,5%, 4,9% e 3,7% del totale. Tassi di notifica superiori alla media UE/SEE (23,8 casi per milione di abitanti) sono stati registrati in Romania (371,1), Belgio (33,1), Paesi Bassi (29,8), Irlanda (27,5) e Cipro (23,8). Dei casi con età nota (10.825), 4.448 (41,1%) riguardavano bambini sotto i cinque anni e 3.461 (32,0%) persone di 15 anni o più. I tassi più elevati si sono osservati nei neonati sotto l’anno (364,4 casi per milione) e nei bambini da 1 a 4 anni (187,8 per milione). Tra i casi con età e stato vaccinale noti (10.129, pari al 93,6% del totale), 8.403 (83,0%) non erano vaccinati, 918 (9,1%) avevano ricevuto una sola dose, 676 (6,7%) due o più dosi e 113 (1,1%) un numero di dosi non noto. Nel periodo considerato sono stati segnalati otto decessi (tasso di letalità 0,074%): cinque in Romania, due in Francia e uno nei Paesi Bassi.

Rosolia nell’agosto 2025 Dei 29 Paesi che comunicano regolarmente i dati, 26 hanno inviato aggiornamenti per agosto 2025. Complessivamente sono stati notificati otto casi (Grecia, Polonia e Finlandia), mentre 23 Paesi hanno riportato zero casi. I tassi di notifica superiori alla media UE/SEE (0,2 casi per milione di abitanti) sono stati segnalati in Polonia (2,3) e Svezia (0,4).

Casi di rosolia dal 1° settembre 2024 al 31 agosto 2025 Nel periodo di 12 mesi, 30 Stati membri hanno segnalato un totale di 100 casi, senza decessi. Ventuno Paesi non hanno riportato alcun caso. Il maggior numero è stato registrato in Polonia (84), Germania (sei) e Svezia (quattro), pari rispettivamente all’84%, 6% e 4% del totale. I dati polacchi devono essere interpretati con cautela, poiché solo tre casi su 84 (3,57%) sono stati confermati in laboratorio.

Raccomandazioni dell’Ecdc
L’Ecdc invita le autorità sanitarie a:

  • colmare le lacune immunitarie e garantire coperture vaccinali >95% con due dosi;
  • rafforzare la sorveglianza e la capacità di risposta alle epidemie;
  • aumentare la consapevolezza clinica degli operatori sanitari, anche verificando lo stato vaccinale dei pazienti;
  • assicurare la completa vaccinazione del personale sanitario;
  • promuovere l’accettazione del vaccino attraverso strategie di comunicazione mirate;
  • affrontare le barriere che limitano la copertura vaccinale nelle popolazioni difficili da raggiungere.


 

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