
Al centro dei lavori, un tema di crescente rilevanza sanitaria: la malnutrizione nei pazienti oncologici e la necessità di un piano innovativo di prevenzione e cura a livello nazionale
Si è riunito presso l’Università "Magna Graecia" di Catanzaro il Collegio dei Docenti Universitari di Scienza dell’Alimentazione, che riunisce i professori ordinari italiani impegnati nell’insegnamento delle scienze dietetiche e della nutrizione clinica. Al centro dei lavori, un tema di crescente rilevanza sanitaria: la malnutrizione nei pazienti oncologici e la necessità di un piano innovativo di prevenzione e cura a livello nazionale.
Ad aprire l’incontro è stato il professore Arturo Pujia, ordinario dell’Ateneo catanzarese, direttore della UOC di Nutrizione Clinica dell’Azienda ospedaliero-universitaria "Renato Dulbecco" e promotore dell’iniziativa.
La professoressa Tiziana Montalcini, anch’essa ordinaria dell’Università Magna Graecia, ha presentato dati allarmanti: in Italia, oltre il 50% dei pazienti ricoverati è in condizioni di malnutrizione. "Una situazione paradossale e inaccettabile – ha sottolineato – che comporta sospensioni o ritardi nei trattamenti oncologici, aumento di infezioni e complicanze, degenze più lunghe e costi elevati per il Servizio Sanitario Nazionale".
Il professor Pujia ha evidenziato come la Calabria abbia già avviato un percorso virtuoso grazie a un recente Decreto del Commissario ad Acta (DCA) Roberto Occhiuto che prevede la presenza obbligatoria di team nutrizionali negli ospedali. Tuttavia, ha aggiunto, "ora occorre sistematizzare l’applicazione del decreto e colmare la carenza di specialisti in Scienza dell’Alimentazione e dietisti nei presidi ospedalieri". Il presidente del Collegio, professor Antonino De Lorenzo dell’Università di Roma Tor Vergata, ha ricordato che, sulla base dei dati del sistema di sorveglianza PASSI e PASSI d’Argento, sovrappeso e lo scarso consumo di frutta e verdura, sono tra i principali fattori di rischio di tumore e altre patologie cronico-degenerative. Secondo l’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), infatti, ogni anno si potrebbero evitare oltre 64.000 decessi per tumore attraverso comportamenti alimentari più sani. "Sebbene in Italia i tassi di mortalità siano in calo", ha spiegato De Lorenzo, "permangono forti disuguaglianze territoriali, con un gradiente sfavorevole per le regioni del sud".
Nel corso dell’incontro, diversi esperti hanno illustrato modelli virtuosi già attivi in alcune regioni italiane dove esistono reti integrate di nutrizione clinica e dietetica che seguono quotidianamente migliaia di pazienti sia in ospedale che a domicilio, con procedure uniformi per la valutazione e la terapia nutrizionale, inclusa la nutrizione enterale o parenterale domiciliare. È stato sottolineato come la nutrizione clinica debba diventare parte integrante della prevenzione e della terapia oncologica, accanto agli interventi diagnostici e farmacologici tradizionali. I docenti hanno infine ribadito la necessità di valorizzare gli specialisti in Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione Clinica e di promuovere una collaborazione strutturata tra sanità, università, enti locali e politiche sociali, per garantire equità di salute tra nord e sud e un reale miglioramento della qualità delle cure.
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