
La rivalutazione delle pensioni per il 2026 è pari all'1,4%, massimo 1,5%, stando alle ultime simulazioni dell'Inps. Ecco gli aumenti previsti in base alla fascia di reddito
Dal 2026 si prevede un aumento delle pensioni dell’1,4% che alla fine potrebbe attestarsi all’1,5%. Le ultime proiezioni dell’Inps ragionano su questa percentuale di rivalutazione degli assegni pensionistici al tasso di inflazione, rispetto all’1,7% che era stato previsto nei mesi scorsi, in linea con le stime dell’indice dei prezzi al consumo Foi (Famiglie di operai e impiegati) per il 2026. Dunque, la rivalutazione delle pensioni a partire dal 1° gennaio 2026 potrebbe essere più bassa delle attese. L'adeguamento al tasso di inflazione sarà sancito dal decreto sulla perequazione di Mef e Ministero del Lavoro atteso per novembre sarà probabilmente meno "generoso" di quanto ci si poteva aspettare.
Come è noto l’aumento delle pensioni si applicherà in base alla fascia di reddito, secondo un meccanismo a scaglioni: sarà del 100% per gli assegni fino a quattro volte il minimo Inps (603,40 euro), sarà del 90% per le pensioni di importo compreso tra quattro e cinque volte il minimo e al 75% oltre.
Dati in euro, esempi di perequazione
| Minimo 2025 | 603,40 | |
|---|---|---|
| Tasso | 1,40% | |
| LORDO MENSILE 2025 | LORDO MENSILE 2026 | AUMENTO |
| 603,00 | 611,44 | 8,44 |
| 1000,00 | 1014,00 | 14,00 |
| 1500,00 | 1521,00 | 21,00 |
| 2000,00 | 2028,00 | 28,00 |
| 2500,00 | 2534,88 | 34,88 |
| 3000,00 | 3041,18 | 41,18 |
| 3500,00 | 3546,46 | 46,46 |
| 4000,00 | 4051,71 | 51,71 |
Una pensione di 603 euro con la perequazione dell’1,4% nel 2026 salirà a 611,44 euro (+8,44 euro), una pensione di mille euro aumenterà a 1.014 euro(+14 euro), da 1.500 euro si passerà a 1.521 euro (+21 euro), da 2mila euro si salirà a 2.028 euro (+28 euro), da 2.500 euro si passerà a 2.534,88 euro (+34,88 euro). Un assegno di pensione di 3mila euro con la perequazione dell’1,4% diventerà di 3.041,18 euro (+41,18 euro), da 3.500 euro si salirà a 3.546,46 euro (+46,46 euro), da 4mila euro si passerà a 4.051,71 euro (+51,71 euro).
Da notare che per il 2025 la rivalutazione delle pensioni è stata dello 0,80%, e per le pensioni con i trattamenti pari o inferiori ai minimi è stato riconosciuto anche un incremento aggiuntivo transitorio del 2,20% che terminerà a fine anno, ma dal 2026 l’aumento aggiuntivo sarà dell’1,3%. Nella relazione tecnica della scorsa legge di Bilancio era stato quantificato in 1,8 milioni la platea di pensionati destinataria dell’incremento con una sospesa di circa 175 milioni per il 2026. Il trattamento minimo di base di 603,40 euro in virtù dell’incremento aggiuntivo transitorio del 2,20% è salito nel 2025 a 616,67 euro (+13,27 euro). Per il 2026 il trattamento minimo con la rivalutazione dell’1,4% passerà a 611,84 euro con l’incremento transitorio dell’1,3% pari a 7,95 euro salirà a 619,79 euro. Per chi percepisce la pensione minima, tra dicembre 2025 e gennaio 2026 l’aumento effettivo sarà di 3,13 euro.
"I pensionati, che sono il vero ammortizzatore sociale del Paese, devono recuperare potere d'acquisto", è la sollecitazione del segretario generale nazionale Uilp, Carmelo Barbagallo. "In ogni famiglia c'è almeno un pensionato che partecipa fisicamente, perché svolge compiti e mansioni, o economicamente al sostentamento del nucleo familiare. Da dieci anni perdiamo potere d'acquisto e serve una legge per i pensionati attivi", evidenzia ancora Barbagallo. "Aver affidato lavori socialmente utili ai giovani è stato un errore. I giovani devono avere prospettive di un lavoro stabile e sicuro negli anni, in linea con la loro formazione. E i pensionati attivi possono fare tutti quei lavoretti che rappresentano comunque un contributo sociale rilevante", spiega Barbagallo.
Per i medici iscritti all'Enpam, non sarà in alcun caso consentito il pignoramento delle indennità e dei sussidi connessi alla genitorialità, nonché delle indennità per inabilità assoluta e temporanea
I calcoli portano il tasso di rivalutazione al 4%, aumentando sensibilmente le potenziali pensioni per chi smette di lavorare nel 2026
Dalla Federazione dei Farmacisti congratulazioni al nuovo presidente dell'ENPAF, Maurizio Pace, e a tutti i consiglieri neoeletti
L’Istat ha aggiornato i requisiti di età per lasciare il lavoro per i prossimi anni. Greco (S.I.d.R.): “Medicina riproduzione e prevenzione contro inverno demografico”
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
Commenti