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Gimbe, in calo i casi di Covid ma la pressione è ancora alta su ospedali

Sanità pubblica Redazione DottNet | 26/11/2020 14:25

Cartabellotta: "L'effetto delle norme è lento perché l'entità delle attuali misure di contenimento è nettamente inferiore al lockdown totale"

L'epidemia di Covid-19 rallenta, ma la pressione sugli ospedali è ancora alta così come il numero dei decessi. Lo segnala il bollettino settimanale della Fondazione Gimbe.  Il monitoraggio conferma nella settimana 18-24 novembre, rispetto alla precedente, una riduzione dei nuovi casi (216.950 contro 242.609), a fronte di una riduzione dei casi testati (778.765 contro 854.626) e di una lievissima diminuzione del rapporto positivi/casi testati (27,9% contro 28,4%). Crescono dell'8,8% i casi attualmente positivi e, sul fronte degli ospedali, rallenta l'incremento dei ricoveri con sintomi (34.

577 contro 33.074) e in terapia intensiva (3.816 contro 3.612), mentre sono ancora in aumento i decessi (4.842 contro 4.134).  "Gli effetti delle misure di contenimento - spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione - iniziano a manifestarsi anche sulle curve di ricoveri e terapie intensive, che tendono ad assumere più l'aspetto di un plateau che di un picco simile a quello registrato nella prima ondata.

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Per allentare la pressione negli ospedali ci vorrà quindi molto più tempo rispetto alla scorsa primavera, perché l'entità delle attuali misure di contenimento è nettamente inferiore al lockdown totale". Peraltro, segnala sempre Cartabellotta, se la soglia di occupazione per pazienti Covid del 40% definita dal Ministero della Salute nei reparti di area medica è stata superata in 15 Regioni e quella del 30% nelle terapie intensive in 16 nelle Regioni con tassi di occupazione molto più elevati, "i pazienti Covid stanno "cannibalizzando" progressivamente i posti letto di altri reparti, limitando la possibilità di curare pazienti con altre patologie e determinando il rinvio di prestazioni non urgenti, interventi chirurgici inclusi".

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