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Vaccinazioni, è scontro regioni-medici di famiglia. Fimmg: a noi la priorità

E' scontro tra le Regioni e le sigle sindacali mediche sulla gestione della campagna di vaccinazione contro l'influenza A, che partirà al più tardi il 15 novembre.

Con le prime che, puntando sulla loro totale autonomia, stanno ipotizzando in un numero sempre maggiore di affidare la vaccinazione della popolazione ai servivi di igiene anzichè ai medici di famiglia, come avviene per la stagionale, e con i medici che invece spingono affinchè il ministero della Salute sottoscriva delle linee guida che evidenzino il loro ruolo prioritario nella campagna vaccinale. E una bozza di accordo è stato inviato dalla Fimmg, il sindacato dei medici di famiglia, all'Istituto superiore di Sanità e al dicastero della Salute, che a sua volta sta lavorando ad una circolare in merito che sarà discussa nel nuovo incontro dell'unità di crisi.

Era stato d'altronde lo stesso vice ministro per la Salute Ferruccio Fazio ad auspicare un coinvolgimento dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta nella gestione della campagna vaccinale. E sul tema l'assessore regionale alla Sanità della Regione Toscana, Enrico Rossi, chiede da tempo l'apertura di un ''tavolo politico'' con le Regioni per discutere proprio di questi aspetti.

''Insieme a tutte le altre sigle sindacali noi chiediamo una gestione equivalente di tutte le Regioni dal punto di vista dell'organizzazione e della retribuzione. In sostanza un'armonizzazione delle procedure, con standard precisi al di sotto dei quali è impossibile scendere'', chiarisce Guido Sanna, responsabile della divisione clinica della Fimmg e che da tempo segue la partita dell'unità di crisi. ''Ma le Regioni - aggiunge - preferiscono badare al risparmio e non alla qualità''. Più cauto il segretario nazionale della Fimmg Giacomo Milillo, che non parla di ''scontro'' ma conferma come ''alcune delle Regioni (Liguria, Abruzzo) abbiano affidato la campagna di vaccinazione dell'influenza A ai servizi di igiene''. In ogni caso, conclude, ''noi riteniamo opportuno che il ministero emani delle linee guida con le dovute indicazioni''.

Commenti

Pietro Maria Calderino | 21/04/2010 11:11

non sono d'accordo colla vaccinazione presso gli studi dei medici di famiglia, a meno che non si voglia grattare il fondo del barile per qualche moneta, meglio informare, seriamente, i cittadini ed indirizzare i candidati alla doppia vaccinazione ai servizi uls, evitando resse disumane e recriminazioni inutili e dannose da parte degli esclusi.

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Vincenzo Bencivenga | 21/04/2010 11:11

breve ma lapidario commento,
noi possediamo il database capillare della popolazione,noi rispetto alla struttura pubblica abbiamo in piu' il contatto e la conoscenza dello stato di salute dei pazienti nostri,noi attraverso noi stessi e le segretarie possiamo ricordare e controllare meglio di chiunque altra struttura chi si vaccina,eventualmente anche con un contatto anche telefonico(e' questa la grandezza del s.s.n. italiano che in modo capillare raggiunge tutta la popolazione!),noi siamo il punto di riferimento in caso di reazioni al vaccino,noi da sempre veniamo  incoraggiati  dalla parte pubblica anche nell'operare in strutture piu' grandi dotate anche di infermerie e quant'altro,NOI SAREMMO COMUNQUE COINVOLTI IN INGIUSTIZIE O RECRIMINAZIONI DA PARTE DEI CITTADINI(non dimentichiamo la funzione sociale che indubbiamente abbiamo)IN CASO DI MALFUNZIONAMENTI DELLA MACCHINA PUBBLICA,noi...noi...noi....
Non vedo perche',e parlo da sindacalista fimmgg, non si debba collaborare e avere il giusto compito che istituzionalmente mi e' sempre sembrato dovessimo avere anche in occasioni sanitarie straordinarie!
vincenzo bencivenga

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