La parola chiave della medicina contemporanea è prevenzione, ma se entriamo nel campo della ginecologia e dell' ostetricia forse è più appropriato ricorrere all' antico motto "conosci te stesso". Le donne, infatti, imparano presto che il loro corpo matura in ogni fase della vita, in base alla biologia e all' ambiente; questi cambiamenti possono provocare disturbi, e talvolta malattie.
L'approccio più consapevole, spinge le donne a non voler essere considerate "pazienti" ma persone. «Forse nessun altro specialista più del ginecologo deve confrontarsi tutti i giorni con questa necessità» afferma Marco Massobrio, direttore della Scuola di ginecologia e ostetricia all' Università di Torino. «Seguiamo le donne per tutto l' arco della vita, in tutte le fasi più delicate: dalla pubertà, al ciclo mestruale, alla gravidanza, al parto, alla menopausa. Momenti che appartengono, nella maggior parte dei casi, alla fisiologia, e così dovrebbero essere vissuti e affrontati, rispettandone l' aspetto umano, ma essendo pronti a offrire il supporto tecnologico e farmacologico laddove necessario e/o richiesto. Questo è un tema che ci sta molto a cuore e che, come Federazione italiana di ostetricia e ginecologia, affronteremo proprio in questi giorni, a Torino, durante il Congresso dal titolo "Come integrare umanizzazione e tecnologia". Gli straordinari progressi tecnico scientifici raggiunti dalla medicina, infatti, ci forniscono continuamente strumenti più efficaci e sofisticati, spostando sempre più in avanti la frontiera del possibile. Ma ogni giorno dobbiamo interrogarci per trovare il giusto equilibrio fra umanizzazione e progresso tecnologico».
Fonte: la Repubblica
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