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Fecondazione: 4,3 mln figli della provetta nel mondo

Ginecologia Adelaide Terracciano | 26/07/2010 11:58

Sono circa 4,3 milioni nel mondo i 'figli della provetta'. E se domani Louise Brown, la prima bambina nata grazie alla fecondazione assistita, compie 32 anni, non si placano le polemiche sul fatto che negli anni '70 il Medical Research Council (Mrc) britannico decise di non finanziare la ricerca che portò alla nascita della 'bimba del miracolo'. In uno studio pubblicato su 'Human Reproduction', infatti, i ricercatori dell'Università di Cambridge diretti da Martin Johnson, spiegano le ragioni del 'no' ai finanziamenti degli studi di Robert Edward e Patrick Steptoe nel 1971. Un lavoro sovvenzionato da finanziatori privati che, il 25 luglio 1978, portò alla nascita della prima bimba 'in provetta'

Ebbene, dall'analisi dei carteggi, dei documenti e degli archivi dell'epoca, emergono una serie di "errori tattici" dei due ricercatori a caccia di finanziamenti. Ma anche il fatto che, per gli specialisti consultati dal Mrc prima di prendere una decisione in materia, fosse

più importante limitare la crescita della popolazione britannica, piuttosto che curare l'infertilità. C'erano poi timori di possibile anomalie dei bimbi in provetta. I due ricercatori erano giudicati troppo 'di alto profilo' sui media dai colleghi, che disapprovavano la loro trasparenza nel discutere di questi argomenti delicati sulle pagine dei giornali. E ancora, i due non facevano parte dell'establishment: erano teste 'fuori dal coro'.

Steptoe perché veniva da un ospedale minore (Oldham) ed Edwards perché, benché lavorasse nella celebre Università di Cambridge, non era ancora professore. Insomma, il 'no' ai finanziamenti ha avuto motivi diversi. Ma soprattutto "conseguenze importanti, sia per i due ricercatori che per la politica di sovvenzione degli studi sulla fecondazione assistita nei successivi otto anni", scrivono gli autori. Solo la nascita di due bimbi sani fece cambiare idea ai componenti della Mrc: da allora si è dato un notevole sostegno alla ricerca sulla fecondazione assistita nel Paese, concludono gli autori.

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