"Non sono ammissibili deroghe al piano di riordino dei punti nascita: le strutture con meno di mille nascite l'anno vanno riconvertite. Saremo noi ginecologi, per primi, a spiegare alle nostre pazienti che è meglio sopportare alcuni minimi disagi logistici, magari qualche chilometro in più, ma avere strutture che garantiscono al meglio la salute di madre e bambino". Così Nicola Surico, nuovo presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) in carica dal primo gennaio e fino al 2013, ribadisce l'appoggio dei ginecologi al piano di riordino dei punti nascita proposto dal ministro della Salute Ferruccio Fazio e approvato a fine anno dalla Conferenza Stato-Regioni.
"Sappiamo - prosegue - che i veri problemi si presenteranno ora, sul territorio, in fase di applicazione delle nuove disposizioni, che prevedono la razionalizzazione progressiva dei centri con un numero di parti inferiore a 1.000 l'anno. Per scongiurare resistenze a livello locale ci faremo portavoce di una sensibilizzazione delle donne, per sottolineare come questi criteri vadano a loro tutela. Questo è il primo passo per una nuova stagione della ginecologia nel nostro Paese, sulla base di un rinnovato rapporto di fiducia fra donne e medici". Il piano, già operativo, prevede 10 punti chiave per ridisegnare la mappa della nascita del nostro Paese: riconvertire i centri in modo che siano attrezzati e sicuri, favorire il parto naturale, garantire a tutti l'accesso all'analgesia epidurale, migliorare la formazione degli operatori e monitorare e verificare costantemente le attività. "Le pazienti devono potersi recare con serenità nelle nostre strutture - sottolinea Surico - e devono sapere che la Sigo si sta adoperando, e continuerà a farlo, per collaborare con le istituzioni nell'applicazione delle migliori evidenze a favore della donna e del bambino".
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