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Ginecologi e pediatri, la rete dei punti nascita va riorganizzata. Rinnovati i vertici della Sigo

Ginecologia Redazione DottNet | 12/01/2011 23:43

"Non sono ammissibili deroghe al piano di riordino dei punti nascita: le strutture con meno di mille nascite l'anno vanno riconvertite. Saremo noi ginecologi, per primi, a spiegare alle nostre pazienti che è meglio sopportare alcuni minimi disagi logistici, magari qualche chilometro in più, ma avere strutture che garantiscono al meglio la salute di madre e bambino". Così Nicola Surico, nuovo presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) in carica dal primo gennaio e fino al 2013, ribadisce l'appoggio dei ginecologi al piano di riordino dei punti nascita proposto dal ministro della Salute Ferruccio Fazio e approvato a fine anno dalla Conferenza Stato-Regioni.

"Sappiamo - prosegue - che i veri problemi si presenteranno ora, sul territorio, in fase di applicazione delle nuove disposizioni, che prevedono la razionalizzazione progressiva dei centri con un numero di parti inferiore a 1.000 l'anno. Per scongiurare resistenze a livello locale ci faremo portavoce di una sensibilizzazione delle donne, per sottolineare come questi criteri vadano a loro tutela. Questo è il primo passo per una nuova stagione della ginecologia nel nostro Paese, sulla base di un rinnovato rapporto di fiducia fra donne e medici". Il piano, già operativo, prevede 10 punti chiave per ridisegnare la mappa della nascita del nostro Paese: riconvertire i centri in modo che siano attrezzati e sicuri, favorire il parto naturale, garantire a tutti l'accesso all'analgesia epidurale, migliorare la formazione degli operatori e monitorare e verificare costantemente le attività. "Le pazienti devono potersi recare con serenità nelle nostre strutture - sottolinea Surico - e devono sapere che la Sigo si sta adoperando, e continuerà a farlo, per collaborare con le istituzioni nell'applicazione delle migliori evidenze a favore della donna e del bambino".

Il nuovo presidente Sigo, inoltre, individua nella formazione la priorità del suo mandato per il prossimo triennio. "Serve un'alleanza fra istituzioni diverse, per garantire professionalità complete. Ancora oggi - spiega - esistono scuole di specializzazione sprovviste delle strutture adeguate. Così come vanno rivisti i criteri di accreditamento dei corsi di formazione: abbiamo assistito ad una proliferazione di proposte purtroppo non sempre adeguate". Secondo Surico, "va promossa un'effettiva integrazione della funzione universitaria di didattica con gli ospedali di insegnamento, previsti dal piano e le Società scientifiche vanno coinvolte direttamente e si devono fare garanti della qualità. La Sigo intende lavorare fianco a fianco delle istituzioni per tradurre al più presto in realtà quanto previsto dalla riforma". Infine Surico lancia un appello per l'unitarietà e la collaborazione fra università, ospedale e territorio: "E' su questo triplice asse che si gioca la sfida per una migliore assistenza materno infantile e non è più il tempo di sterili battaglie di retrovia.

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Dobbiamo impegnarci tutti insieme a tutela della sanità pubblica, una risorsa inestimabile del nostro Paese, che rischia di venir messa in discussione. Continuerò - conclude Surico - la tradizione di chi mi ha preceduto, per una rivalutazione, culturale ma anche economica, dell'assistenza materno-fetale e della salute della donna nel suo complesso". "Sì alla piena realizzazione del piano di riorganizzazione dei punti nascita voluto del ministero della Salute e approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, ma a condizione che questo sia il primo passo per una riorganizzazione globale della rete pediatrica". Dopo la Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), anche la Società italiana di pediatria (Sip) scende in campo, auspicando "non solo che si superino le resistenze all'attuazione del piano - si legge in una nota - ma che ad esso segua una vera riforma che metta i bambini al centro dell'azione politica, soprattutto quelli affetti da malattie croniche complesse ed acute gravi che rappresentano la vera emergenza". "La riorganizzazione dei punti nascita - spiega Alberto Ugazio, presidente dei pediatri Sip - garantirà una maggiore sicurezza per i neonati oltre che per le donne, perché comporterà una riduzione delle micro unità di pediatria che oggi fungono solo da supporto ai punti nascita ed inoltre porterà ad una aggregazione e qualificazione delle terapie intensive neonatali. Si tratta di un messaggio fondamentale da comunicare al Paese per vincere le resistenze alla realizzazione del piano". "Tuttavia - prosegue Ugazio - la vera riforma si avrà quando a ciò seguirà anche la riqualificazione dei pediatri resi disponibili dalla chiusura dei punti nascita e il loro utilizzo nei settori in cui c'è maggior bisogno: da un lato nuove terapie intensive pediatriche attrezzate in grado di assistere i bambini con malattie acute gravi, come i politraumatizzati da incidenti stradali che sono oggi la principale causa di mortalità infantile, e dall'altro lato i grandi reparti pediatrici attrezzati in grado di far fronte alle malattie croniche complesse".

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