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Mozione bipartisan Pd-Pdl per fermare la pillola dei cinque giorni dopo

Ginecologia Redazione DottNet | 29/06/2011 19:18

Il governo deve impegnarsi ''a fermare l'introduzione della pillola dei 5 giorni dopo''. E' questa una delle richieste contenute nella mozione bipartisan depositata oggi al Senato da Laura Bianconi (Pdl) e Claudio Gustavino (Pd), quali primi firmatari. ''Il via libera da parte del Consiglio superiore di sanità a questa pillola - spiegano in una nota - per la contraccezione d'emergenza è un ulteriore passo verso la trasformazione dell'aborto in contraccezione. Per questo motivo chiediamo al governo risposte certe, al fine di evitare che ciò accada''.

 Secondo i due senatori è un farmaco potenzialmente in grado di provocare un aborto. ''Il test di gravidanza da esibire al momento dell'acquisto - continuano - da' esito positivo solo 8-9 giorni dopo la fecondazione, quando l'embrione si è già annidato nell'utero. Quindi se c'è stata fecondazione ma l'embrione non si è annidato, il test fatto entro il quinto giorno (così come indicato dal Css) sarà comunque negativo, anche se la gravidanza esiste e gli effetti del farmaco non sarebbero contraccettivi ma abortivi''.

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La molecola alla base della pillola dei cinque giorni dopo ''appartiene allo stesso gruppo farmacologico della Ru486 - concludono - e il meccanismo d'azione è praticamente sovrapponibile. Le donne devono essere informate che questo non e' un banale contraccettivo ma un potenziale farmaco abortivo che, se si deciderà di mettere in commercio, dovrà seguire le linee guida adottate per la Ru486''. Clicchi qui per essere informato.

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