Avrebbero gonfiato notevolmente i prezzi di vendita dei farmaci commercializzati, ottenendo un indebito rimborso di oltre un miliardo di euro dal Servizio Sanitario Nazionale. E' l'accusa rivolta dalla Procura della Repubblica di Firenze alla multinazionale Bristol Myers Squibb Italia, che avrebbe messo in atto la truffa assieme al gruppo Menarini. Nei confronti della società sono state effettuate oggi delle perquisizioni dalla Gdf.
L'ipotesi degli inquirenti è che entrambi i gruppi industriali abbiano messo in atto comportamenti finalizzati ad ottenere, attraverso una serie di artifici e raggiri, l'inserimento nel Prontuario farmaceutico nazionale, di farmaci commercializzati sia da Menarini che da Bristol Myers Squibb, a prezzi notevolmente gonfiati rispetto al costo effettivamente sostenuto. Oltre alle perquisizioni nelle sedi della multinazionale, gli uomini della Guardia di Finanza hanno notificato alla Bms il decreto di fissazione dell'udienza per l'applicazione di misure cautelari ai sensi della decreto legislativo 231 (divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.
L'ipotesi di frode su cui lavorano gli inquirenti non riguarderebbe la qualità dei farmaci bensì l'illecita sovrafatturazione dei costi sostenuti dalla Bms Italia per l'acquisto dei principi attivi (Pravastatina, Fosinopril, Captopril, Aztreonam) utilizzati per la produzione e la vendita di farmaci impiegati nella cura di malattie cardiache e di battericidi (anch'essi impiegati per il trattamento di particolari patologie cardiache), per i quali e previsto il rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale.
La vicenda è collegata all'inchiesta che sempre la procura di Firenze sta conducendo sul gruppo Menarini, nella quale sono indagati i vertici dell'azienda.
Come nasce l'inchiesta
Una truffa, questa, che durerebbe da oltre vent'anni, mentre due multinazionali ci avrebbero lucrato sopra, la Menarini di Firenze - già sotto inchiesta con accuse analoghe - e la filiale italiana della statunitense Bristol Myers Squibb (Bms), con sedi a Roma e Anagni (Frosinone) e 900 addetti:alla guardia di finanza una richiesta di commissariamento depositata al gip.
Nella truffa la Menarini si sarebbe procurata un profitto illecito, come detto, di oltre 1 miliardo di euro, mentre per Bms Italia gli investigatori, invece, stanno ancora valutando quanto. Nello stesso filone - che nasce dall'inchiesta sulla Menarini e dalle carte sequestrate nelle perquisizioni dei mesi scorsi - è indagato per truffa anche Guido Porporati, 79 anni, presidente tra il 1979 e il 1994 di Bms Italia, manager tra i più in vista dell'industria farmaceutica della penisola. Porporati, già vicepresidente di Farmindustria, è accusato di truffa in concorso con Alberto Aleotti, patron della Menarini. Proprio la collaborazione tra i due gruppi, e i rapporti di amicizia tra Porporati e Aleotti, sono al centro delle indagini. Porporati stamani è stato perquisito, così come altri quattro dirigenti ed ex dirigenti di Bms Italia. Tutti sono stati raggiunti nei loro domicili di Roma. Solo Porporati risulta indagato.
Bms Italia avrebbe collaborato, sostengono i pm, con Alberto Aleotti per aiutarlo a raggirare e indurre in errore il Comitato interministeriale prezzi (Cip) al momento di fissare il costo del rimborso dei medicinali, e il ministero della Sanità. In base alle indagini, fino al 2003 gli acquisti, veri o fittizi, delle materie prime per Menarini sarebbero transitati attraverso una società estera (Scarlet, strumentale a emettere fatture gonfiate) che acquistava da società della holding Bms, situate una a Porto Rico e altre due nell'Eire. Poi i rapporti tra Bms Italia e Menarini sono diventati diretti.
Il ruolo di Duilio Poggiolini
La procura di Firenze ha acquisito documenti sui rapporti con la Menarini direttamente al quartier generale di Bms (il gruppo conta 35.000 addetti nel mondo e ricavi globali per 18 miliardi di dollari) tramite la procura federale di New York. Inoltre, nelle settimane scorse magistrati Usa, funzionari dell'Fbi e della sezione frodi del Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti hanno incontrato i pm Luca Turco, Ettore Squillace Greco e Giuseppina Mione. Non solo: le indagini sulla Menarini hanno portato gli inquirenti a interrogare Duilio Poggiolini, oggi ottantenne e già coinvolto nella Tangentopoli sui farmaci dei primi anni '90: cio' per un vecchio verbale del 1994 custodito alla procura di Napoli nel quale Poggiolini definisce Aleotti 'inventore' del sistema della sovrafatturazione sulle materie prime tramite società estere. E intanto è in corso l'esame dell'archivio della Menarini scoperto a Lugano in una casa a cui la polizia svizzera è risalita dal numero di serie di una chiave sequestrata a Firenze alla segretaria storica, di fiducia, di Aleotti. Da questi documenti - ci sono molti contratti - i pm sperano di trovare la 'vera' storia contabile della Menarini, e i suoi rapporti commerciali con le altre multinazionali del settore.
Scontro in Parlamento
Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ''chiarisca subito'' in merito alla vicenda dei prezzi dei farmaci gonfiati: ''Vogliamo sapere se è un nuovo scandalo nella sanità''. Lo afferma Margherita Miotto, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera. ''Se le ipotesi della procura di Firenze sui prezzi dei farmaci gonfiati saranno confermate - rileva Miotto in una nota - saremmo di fronte ad un nuovo scandalo nella sanità. Lo sperpero di circa un miliardo di euro a carico del Servizio sanitario nazionale, perciò di tutti i contribuenti italiani, ha anche pesanti ricadute sulle prestazioni sanitarie per i malati che già pagano le tasse e i ticket, recentemente reintrodotti''. ''Il ministro Fazio intervenga immediatamente, chiarendo questa vicenda e informando il Parlamento - conclude Miotto - sull'iter amministrativo che ha portato alla definizione di prezzi gonfiati per i farmaci".
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