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Enpam, pensione in anticipo anche per i medici e gli odontoiatri che esercitano la libera professione: dal 2015 crescerà l’aliquota contributiva. Presto un nuovo advisor per la gestione del patrimonio

Previdenza Giovanni Vezza | 07/11/2011 23:41

Possibilita' di andare in pensione prima, con un assegno tarato sulla maggiore aspettativa di vita, anche per medici e odontoiatri che esercitano la libera professione. E' l'ultima novita' presentata dall'Enpam, l'ente previdenziale dei camici bianchi, contenuta nella proposta di riforma del sistema pensionistico che si sta discutendo, insieme alla riforma della rappresentanza e dello statuto, agli 'Stati generali' dell'ente che si chiudono oggi a Roma. Anche i libero-professionisti (150mila iscritti) come gli iscritti agli altri fondi (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali, rispettivamente circa 68mila e 18mila iscritti) vedranno crescere gradualmente, di un punto percentuale l'anno l'aliquota contributiva, passando dall'attuale 12,5% al 22% nel 2024, a partire pero' dal 2015.

Contribuzione che, sottolinea l'ente, restera' comunque inferiore a quella che l'Inps applica ai professionisti iscritti alla gestione separata (oggi al 26,72%) Intanto dal 2013, anno in cui dovrebbe entrare in vigore la riforma, si iniziera' con l'aumento, sempre graduale, dell'eta' pensionabile (sei mesi ogni anno fino a raggiungere i 68 anni nel 2018). La riforma, ha ricordato Alberto Oliveti, vicepresidente della cassa, si e' resa necessaria per rispondere alla Finanziaria del 2007 che ha portato da 15 a 30 anni il periodo per il quale l'ente deve garantire la stabilita' finanziaria. Una volta illustrato il percorso a sindacati e rappresentanti degli oridni dei medici, ci sara' ''un dibattito ampio, per poi riportare le valutazioni finali agli istituti preposti: Cda, Consulta e Consiglio nazionale''. Per questo, ha aggiunto Oliveti, ''la nostra intenzione e' quella di non far partire la riforma nel 2012, ma nel 2013, e in tal senso c'e' un accordo di massima con i ministeri vigilanti (Economia e Lavoro) che sono chiamati ad approvare queste misure, che comunque articoleremo nel modo piu' graduale possibile''.

Tra le ipotesi allo studio c'e' anche una diminuzione della quota obbligatoria pagata da tutti i camici bianchi, indipendentemente dall'attivita' svolta, con un passaggio al sistema contributivo (la quota A dovuta da tutti i 350mila iscritti, che oggi oscilla tra i 189 e i 1270 euro l'anno e che garantisce, tra le altre cose, una pensione minima di quasi 14mila euro l'anno in caso di invalidita'). Presto ci sara' una ''gara'' rivolta ''ai piu' grossi player internazionali'' per selezionare l'advisor cui delegare la gestione degli investimenti dell'Enpam.

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Lo ha annunciato il nuovo direttore dell'area gestione del patrimonio, Luigi Caccamo, dopo aver illustrato le nuove linee della governance degli investimenti della cassa previdenziale dei medici che prevede riduzione dei rischi e della discrezionalita' nelle scelte attraverso un processo ''il piu' oggettivato possibile'' e con forti ''meccanismi di controllo. L'ente, da alcuni mesi, e' al centro di una indagine della Guardia di Finanza dopo la denuncia da parte di alcuni presidenti di ordine e da un membro del Cda di una presunta truffa per una perdita di circa 400 milioni di euro dovuta a investimenti in titoli derivati. Il nuovo modello di governance aveva gia' iniziato ad essere studiato e vuole evitare appunto ''di limitare al massimo la discrezionalita' e anche l'eventuale errore umano''. Intanto si passera' per una riforma del patrimonio senza piu' distinzione fra investimneti immobiliari e mobiliari, oltre 11 miliardi dal bilancio 2011 (ma si prevede che superera' i 12 miliardi quest'anno), attualmente rappresentato per il 43% da beni immobili, che dovrebbero pero' scendere ''sotto il 35%, avendo come soglia obiettivo il 30% nel prossimo quinquennio''. E per la diversificazione degli investimenti in classi di attivita'. Attualmente, ha riferito Caccamo, nel portafoglio dell'Enpam c'e' circa ''un miliardo e mezzo di titoli di Stato italiani'', aggiungendo che ''se il governo lo chiedera' '' l'Enpam ''sara' pronta a fare la sua parte'' in un momento ''difficile per il paese''.

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