Gli scienziati e i ricercatori che fanno studi sul tumore al seno tendono a esagerare i risultati positivi e minimizzare quelli negativi. Il risultato e' che i pazienti ricevono terapie meno efficaci di quanto sostenuto e con peggiori effetti collaterali. E' quanto ha verificato uno studio, di cui parla oggi il quotidiano inglese 'The Independent'. In due terzi delle ricerche analizzate, gli scienziati minimizzano gli effetti collaterali peggiori, specialmente quanto le terapie mostrano anche benefici significativi.
Un comportamento che puo' essere spiegato, secondo lo studio, perche' i ricercatori vogliono essere notati e citati nella letteratura scientifica, anche per fare carriera. Il team di ricercatori del Princess Margaret Hospital di Toronto, che ha condotto lo studio, non ha riscontrato influenze degli sponsor delle sperimentazioni, sia che si trattasse di industrie farmaceutiche che di istituzioni accademiche, anche se e' cresciuto il peso delle sponsorizzazioni da parte delle aziende. Negli ultimi 30 anni, il numero di sperimentazioni di fase tre (cioe' quella finale) sponsorizzate dall'industria e' passato dal 24% al 72%. ''Servono revisioni piu' accurate. Noi riteniamo che rendere disponibili gratuitamente i dati clinici degli studi ridurrebbe ansia e confusione, permettendo a piu' ricercatori di valutare i risultati - spiega Richard Francis, capo ricerca dell'associazione 'Breakthrough Breast Cancer' - Cio' consentirebbe una valutazione accurata delle sperimentazioni dagli enti regolatori, confronti con altri studi ed eviterebbe la duplicazione di sperimentazioni''.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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