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Il blocco della contrattazione è illeggittimo: Governo condannato

Sanità pubblica Redazione DottNet | 21/10/2016 21:24

Dopo il Tribunale di Vercelli arriva la sentenza di Gela. E ci sono altri 45 ricorsi pendenti contro lo stop ai contratti pubblici

Un'altra sentenza che "accerta l'illegittimità del regime di sospensione della contrattazione collettiva" per il pubblico impiego, "a partire dal 30 luglio 2015", data della pronuncia della Consulta. Stavolta è toccato al Tribunale di Gela, poco più di una settimana fa era stato quello di Vercelli, tanto che il sindacato ricorrente, la Confsal Unsa, conta già "sei" decisioni in questa direzione. Il dispositivo è pressoché lo stesso in tutti i casi, con il governo condannato a rimborsare le spese legali. Il conto è arrivato a "50 mila euro, che gravano sulle casse dello Stato", stima il sindacato guidato da Massimo Battaglia, tra i promotori anche del ricorso alla Corte Costituzionale.

E, avverte, "non è finita qui: ci sono ancora altri 45 ricorsi pendenti nei Tribunali di tutta Italia i quali potrebbero far arrivare l'eventuale condanna per spese processuali ad oltre 300 mila euro". L'ultima sentenza, che assomiglia molto alle altre, condanna "il ministero della Giustizia", contro cui la causa era rivolta, alla "refusione delle spese processuali". E non cambia, rispetto alle altre pronunce, anche un altro punto: il blocco degli stipendi degli statali viene giudicato "illegittimo a partire dal 30 luglio 2015". Un particolare dietro cui si nasconde la vicenda indennizzi. Il rinnovo contrattuale, infatti, partirebbe dal 2016, lasciando scoperti cinque mesi dell'anno prima. Ma è anche vero che finora nessuna sentenza è andata oltre, limitandosi a ricordare quanto stabilito dalla Consulta e rimandando tutto alla riapertura della contrattazione. Riapertura ancora in sospeso, in attesa di scoprire quanto la manovra destinerà agli incrementi salariali dei dipendenti pubblici. Una partita, quindi, ancora da giocare e su un terreno che appare scivoloso.

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