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Meningite, esperto del Ministero: ci preoccupa di più il morbillo

Infettivologia Redazione DottNet | 10/01/2017 18:29

In Italia i casi mortali sono inferiori rispetto agli altri Paesi dell'Europa. Iss: nessuna epidemia di meningite

 "A noi preoccupa di più l'insorgenze di fiammate epidemiche di morbillo, malattia diffusa e di cui si continua a morire pur essendo possibile la vaccinazione, poiché quest'ultima è bersaglio di una disaffezione generalizzata".     Così, in merito ai recenti casi di meningite verificatisi in Italia, Ranieri Guerra, direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, nel corso di un'intervista a SkyTg24.


    Rispetto alla meningite, precisa l'esperto, "abbiamo un'esposizione diversa a seconda dalle regioni" ma "questo è dovuto a una scarsa copertura vaccinale che si riscontra in alcune di esse.

Comunque anche in queste regioni i casi riportati annualmente sono limitatissimi". Quanto alla gravità dei casi registratati e della capacità del nostro Paese di farvi fronte, rassicura: "la letalità dei casi di meningite in Italia è inferiore a altri paesi europei. Questo indica che il servizio funzione bene e tempestivamente". Infine, conclude Guerra, quanto ai vaccini contro la meningite, "è opportuno specificare che essersi vaccinati contro la meningite da meningococco C non impedisce che si possa contrarre quella provocata da meningo B o da pneumococco".

Attualmente non c'è un'epidemia di meningite in Italia. Lo ribadisce un vademecum congiunto realizzato da Aifa, Istituto Superiore di Sanità e ministero della Salute annunciato con un tweet dalle tre istituzioni. "La diffusione della meningite in generale è bassa ed è rimasta costante negli ultimi cinque anni e l'andamento dei casi riscontrati rispecchia questo trend - si legge nel documento 'Meningite, cosa c'è da sapere' -. I bambini piccoli e gli adolescenti, ma anche i giovani adulti, sono a rischio più elevato di contrarre infezione e malattia. Per quanto riguarda il sierogruppo B, la maggior parte dei casi si concentra fra i bambini più piccoli, al di sotto dell'anno di età". Il vaccino, spiega il vademecum, pertanto va somministrato solo alle fasce di popolazione raccomandate e a rischio per mantenere alta la protezione individuale e collettiva dalla malattia. Nel caso di soggetti adulti sani la vaccinazione non è necessaria. "È importante seguire il calendario vaccinale - conclude il documento - e consultare sempre il proprio medico in merito all'opportunità e alle tempistiche delle vaccinazioni".

fonte: tg24

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