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Anoressia e bulimia per 3mln italiani: sono sempre più giovani

Nutrizione Redazione DottNet | 04/06/2017 11:37

Presentata la campagna social per le 9 verità

Sono la prima causa di morte nei giovani tra 12 e 25 anni subito dopo gli incidenti stradali e sono spesso collegati a problemi psicologici, tra cui depressione, autolesionismo e tentativi di suicidio. I disturbi del comportamento alimentare riguardano 3 milioni di italiani, di cui 2,3 milioni sono adolescenti. Mentre aumentano i casi tra gli uomini e tra i giovanissimi. Puntare su prevenzione, diagnosi precoce e interventi di cura efficaci sono stati gli obiettivi principali della Giornata Mondiale sui Disturbi Alimentari, che si è celebrata il 2 giugno e promossa dall'Academy of Eating Disorders.    Sono 8.500 ogni anno nel nostro Paese i nuovi casi di anoressia e bulimia, per il 95% si tratta di donne, ma il fenomeno è in crescita anche tra gli uomini.

In genere si manifesta tra i 12 e i 17 anni, ma l'esordio è sempre più precoce, anche verso gli 8-9 anni. Problemi che passano facilmente inosservati ma che si stima siano collegati a un rischio di morte dieci volte maggiore rispetto alla popolazione generale. A pesare, difficoltà relazionali, modelli estetici sbagliati, ma anche un'immagine distorta del proprio aspetto fisico, elemento quest'ultimo, che preoccupa anche i pediatri.     Secondo una recente indagine della Società Italiana di Pediatria (Sip) condotta su un campione di 10.000 adolescenti, il 28% si vede in sovrappeso, ma solo l'11,7% lo è effettivamente. Del problema se ne parla spesso ma non sempre in modo corretto. Per questo, all'insegna di un Fiocchetto Lilla come simbolo e dell'hashtag #WeDoActTogether e #WorldEatingDisordersDay, l'associazione nazionale Consult@Noi sta diffondendo sui social le "9 verità sui disturbi alimentari".

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La prima recita: "le persone che ne soffrono hanno un aspetto sano ma possono essere molto malate", la seconda invece suggerisce che "le famiglie non sono da biasimare, spesso sono anzi di grande aiuto". E inoltre "i disturbi alimentari non sono scelte ma gravi malattie"; "colpiscono persone di tutti i generi, età, etnie e sesso"; "comportano un aumento del rischio di suicidio e complicanze mediche" ma "il recupero è possibile, se c'è diagnosi precoce e intervento di qualità". Nove sono anche gli obiettivi da raggiungere attraverso una maggiore sensibilizzazione delle istituzioni. Tra questi, l'invito a una maggiore collaborazione con medici e pediatri per anticipare la diagnosi, ma anche cure accessibili e interventi nelle scuole, informazione scientificamente curata.

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