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Il dolore cronico aumenta il rischio di declino della memoria

Medicina Interna Redazione DottNet | 08/06/2017 19:17

Coloro che accusano un dolore persistente hanno ottenuto nei test un punteggio più basso del 9%

Gli anziani che presentano una qualche forma di dolore cronico o persistente vanno incontro a un declino della memoria accelerato e a una maggiore probabilità di demenza. A dimostrarlo un ampio studio pubblicato sulla rivista JAMA Internal Medicine. I ricercatori della University of California di San Francisco (UCSF) hanno analizzato i dati di 10.065 persone over 60 per 12 anni. I partecipanti che dichiaravano di aver sofferto in modo persistente di dolore moderato o grave in due interviste, nel 1998 che nel 2000 (in tutto erano circa il 10% del totale), presentavano, nei 10 anni successivi, una diminuzione del 9,2% nel punteggio dei test sulla memoria, rispetto a coloro che non erano stati afflitti dal dolore.

Diminuzione che si traduceva in un rischio maggiore di incapacità di gestire farmaci e finanze in modo indipendente.

Inoltre avevano una probabilità del 2,2% maggiore di sviluppare la demenza in generale. "Fino a un anziano su tre soffre di dolore cronico, quindi capire il rapporto tra dolore e declino cognitivo è un primo passo importante per aiutare queste persone", commenta Elizabeth Whitlock, prima autrice dello studio. Tra i motivi sospettati, la maggiore assunzione di antidolorifici, come gli oppiacei, o la possibilità che il dolore attivi i percorsi dell'ormone dello stress, già noti per essere implicati in una ridotta capacità del cervello di codificare i ricordi. In qualsiasi caso, lo studio mostra che il dolore potrebbe essere usato come marcatore per evidenziare un maggior rischio di futuro declino cognitivo e suggerisce ai medici di concentrare più attenzione nella gestione del dolore cronico.

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Fonte: ansa

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