Oltre tre milioni di dipendenti pubblici attendo da otto anni il rinnovo della contrattazione. Sindacati: occorre fare presto
Riaperto, dopo otto anni di blocco totale, il tavolo per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, circa 3,3 milioni nel Paese. L'obiettivo è arrivare a mettere nero su bianco l'incremento salariale di 85 euro, indicato nell'intesa raggiunta il 30 novembre scorso tra governo e sindacati. Ora, a stringere sui tempi delle trattative è la stessa ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia: "Il mio auspicio è che si concludano entro i primi giorni di ottobre", afferma nel giorno in cui parte il confronto all'Aran (l'Agenzia che rappresenta il governo nei negoziati per il pubblico impiego).
Anche i sindacati puntano a fare presto e bene. "Speriamo si arrivi all'accordo il prima possibile e il governo confermi l'esistenza delle risorse che oggi per una parte non sono ancora presenti", afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. "Finalmente, era ora. Naturalmente auspichiamo tempi più stretti possibili in modo da dare una risposta efficace ai lavoratori" il cui ultimo rinnovo risale al 2009, sottolinea anche la leader della Cisl, Annamaria Furlan, che stamattina ha partecipato al tavolo.
Parla di "scadenza importante", il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, insistendo: "Vediamo di arrivare rapidamente ai nuovi contratti". Secondo il timing indicato da Madia, quindi, si prospettano tre mesi per chiudere: "Siamo all'ultimo miglio di un percorso avviato nei mille giorni del Governo Renzi", sottolinea. L'Aran, al termine di questo primo incontro, traccia l'agenda dei punti da affrontare, dal salario accessorio da legare alla produttività ad un nuovo modello di relazioni sindacali meno burocratico. Quanto al capitolo risorse, per i rinnovi della Pubblica amministrazione centrale e locale sono già stati stanziati 1,2 miliardi di euro con le precedenti manovre. Altrettanti dovrebbero arrivare con la prossima legge di Bilancio. In tutto, per centrare l'obiettivo dell'aumento di 85 euro servono 2,5 miliardi solo per gli statali in senso stretto.
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