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Accademia Vita-Cei, nessuna correlazione tra vaccini e autismo

Sanità pubblica Redazione DottNet | 01/08/2017 11:54

"Oggi non più necessario ricavare cellule da nuovi aborti"

"Il difetto di vaccinazione della popolazione implica il grave rischio sanitario di diffusione di pericolose e spesso letali malattie infettive, debellate in passato, proprio grazie all'uso dei vaccini, come, ad esempio, il morbillo, la rosolia e la varicella". E' quanto si legge in una nota, riportata dal Sir, di Pontificia Accademia per la Vita, Ufficio nazionale Cei per la pastorale della salute e Associazione medici cattolici italiani (Amci).    Se "nel passato i vaccini possono essere stati preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti", oggi "le linee cellulari utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali":

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"I vaccini a cui si fa riferimento, fra quelli maggiormente in uso in Italia, sono quelli contro la rosolia, la varicella, la poliomielite e l'epatite A. Va considerato che oggi non è più necessario ricavare cellule da nuovi aborti volontari, e che le linee cellulari sulle quali i vaccini in questione sono coltivati derivano unicamente dai due feti abortiti originariamente negli Anni Sessanta del Novecento".    Dal punto di vista clinico, inoltre, "va ribadito che il trattamento coi vaccini, pur a fronte di rarissimi effetti collaterali (gli eventi che si verificano più comunemente sono di lieve entità e dovuti alla risposta immunitaria al vaccino stesso), è sicuro ed efficace e che nessuna correlazione sussiste fra somministrazione del vaccino ed insorgenza dell'autismo".

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