L'esame è utile anche per le donne vaccinate
Lo screening del DNA del virus che causa il cancro del collo uterino è significativamente più efficace degli altri metodi come il Pap test, nell'individuare le cellule pre-cancerose, anche in donne vaccinate contro il virus. E' il risultato di uno studio della divisione di ricerca del Cancer Council of New South Wales, appena pubblicato sulla rivista PLOS Medicine. Il test detto Primary HPV esamina il DNA delle forme del virus del papilloma umano (HPV) che causano la gran maggioranza dei cancri del collo uterino. Differisce dagli altri metodi, come il Pap test e lo screening citologico a base liquida, che rintracciano solo le mutazioni nelle cellule della cervice uterina.
Per raccogliere il campione di HPV, la procedura è la stessa del Pap test. I ricercatori hanno studiato i dati di quasi 5000 donne di età fra 25 e 65 anni, in parte vaccinate contro l'HPV. Le donne erano divise in tre gruppi: nel primo le donne si erano sottoposte solo a screening ogni due anni e mezzo con citologia in fase liquida, nel secondo gruppo era stato eseguito il test HPV, seguito da screening citologico, in donne risultate positive a sottotipi virali di alto rischio, e nel terzo gruppo erano stati eseguiti sia test HPV sia un altro tipo di analisi cellulare, ogni cinque anni, in donne ad alto rischio. E' risultato che lo screening del DNA del virus HPV ha individuato dieci volte più anormalità cervicali di alto rischio usando il test HPV, rispetto alle donne testate solo con screening citologico a base liquida. La responsabile dello studio, Karen Canfell direttrice della divisione di ricerca del Cancer Council, raccomanda aggiornamenti adeguati nei programmi di screening per questo tipo di cancro.
fonte: ansa
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