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Tecnica italiana scopre i tumori ma ora anche i crimini

Aziende Redazione DottNet | 28/09/2017 18:47

Dal lavoro di Menarini e dei Carabinieri del Ris arriva una svolta alle indagini genetiche

Messa a punto per il mondo medico e per la diagnosi dei tumori, riesce ora a stanare anche i criminali: è una nuova tecnologia 'made in Italy' messa a punto dalla casa farmaceutica Menarini e ora a disposizione dei Carabinieri del Ris (Reparto investigazioni scientifiche). Omicidio, violenza sessuale o rapina, potrebbero in questo modo non nascondere più segreti, almeno dal punto di vista dell'individuazione biologica degli autori di un crimine.

La nuova applicazione che si chiama 'DEPArray' (pubblicata anche sulla rivista Forensic science international) è frutto di un lungo lavoro portato avanti dai Ris di Roma in collaborazione con il gruppo Menarini, e promette di essere una svolta per le indagini. I reperti biologici raccolti, infatti, sono spesso composti da materiale biologico di tipo diverso, e l'analisi rappresenta un problema in genetica forense, rendendo difficile l'identificazione del colpevole. Invece 'DEPArray' è una tecnologia automatizzata per l'individuazione e l'isolamento di cellule pure; in questo modo si è in grado di separare le cellule appartenenti ai diversi fluidi biologici (per esempio sangue, saliva, liquido seminale) ottenendo così "in maniera assolutamente pura", il corrispondente profilo genetico.

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"Non è tutto così semplice come si vede nelle serie tv - osserva Francesca Fontana, responsabile ricerca in biologia Menarini - e molto spesso il Dna che viene analizzato è misto e confuso; non sempre riconducibile a un solo individuo. L'aspetto innovativo di questa tecnologia è quello di separare una mistura di vari fluidi, risalendo alle sue componenti originarie. Ce li possiamo immaginare come un sacchetto di biglie di tanti colori diversi, e noi riusciamo ad isolare il colore che vogliamo. Questa tecnologia, che può rappresentare il futuro nella scienza investigativa ha tante similitudini" con "l'analisi dei tumori. In entrambi i casi troviamo questa presenza di due o più tipi di cellule che i ricercatori vorrebbero separare per analizzare al meglio". "Il progetto - spiega il Tenente Colonnello Andrea Berti, Comandante della Sezione di Biologia del Reparto - è senza dubbio la novità più promettente e rivoluzionaria che il mondo della genetica forense ha visto negli ultimi anni. Continueremo a lavorare intensamente sul progetto per capire fino in fondo i limiti di tale tecnologia e poterla poi applicare anche a tracce infinitamente piccole che ricerchiamo sulla scena di un crimine".

"Siamo entusiasti per i risultati della collaborazione tra Menarini e i Carabinieri - rileva Domenico Simone, membro del Cda di Menarini- oggi ci rende orgogliosi sapere che possiamo contribuire in modo determinante anche in altre aree della scienza". Ora, Menarini silicon biosystems proseguirà la collaborazione con i Carabinieri del Ris di Roma e altri laboratori di genetica forense all'estero per la validazione sperimentale del protocollo.

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