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Quando un algoritmo supera il medico nella diagnosi

Medicina Interna Redazione DottNet | 29/12/2017 23:34

Intelligenza artificiale scova autismo e polmonite

Una competizione che poteva sembrare impari, e invece la sfida medico-robot ha visto soccombere l'uomo. Intendiamoci mai e poi mai la medicina potrà essere messa a rischio dalle macchine artificiali, tuttavia in questa singolare gara l'algoritmo è stato più preciso dell'essere umano, come rivela la rivista Ieee Spectrum.

Un campo in cui il computer si è rivelato superiore all'uomo è nella diagnosi dell'autismo, che un algoritmo messo a punto dall'università di North Carolina è riuscito a scovare con l'81% di accuratezza a partire dalle risonanze cerebrali, mentre i metodi correnti non vanno oltre il 51%.

L'intelligenza artificiale ha prevalso anche nella predizione del rischio di malattie cardiovascolari sulla base dei dati delle cartelle cliniche e la diagnosi di polmonite a partire dalle radiografie. In quest'ultimo caso l'algoritmo messo a punto dall'università di Stanford è stato messo a confronto con quattro radiologi nel trovare i segni della malattia in 420 esami radiografici, prevalendo sia nella diagnosi positiva sia nell'evitare falsi negativi.

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Dottori e intelligenze artificiali hanno invece 'pareggiato' nel distinguere tra lesioni benigne e tumori della pelle, nel trovare la cataratta infantile e nel designare il trattamento più adatto a un tumore cerebrale. In questa sfida a misurarsi con un team di oncologi è stato Watson, il sistema messo a punto da Ibm. Basandosi sui dati del genoma di un tumore aggressivo al cervello le due squadre erano chiamate a formulare un possibile trattamento personalizzato in accordo con le mutazioni presenti. Watson ha impiegato dieci minuti a completare l'analisi e il confronto con la letteratura scientifica di riferimento, mentre gli umani 160 ore.

La terapia proposta dall'intelligenza artificiale però ha ignorato gli esiti di un test clinico che secondo i medici era invece rilevante. In un solo caso fra quelli pubblicati quest'anno a vincere è stato l'uomo, nel compito di contare i parassiti della malaria dalle immagini del sangue al microscopio. "Un dispositivo munito di intelligenza artificiale riesce a farlo abbastanza bene da soddisfare i criteri dell'Oms - hanno spiegato gli ideatori alla International Conference on Computer Vision - ma degli operatori ben addestrati possono farlo meglio".

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