La riforma voluta da Anna Maria Bernini prevede due mesi di corsi in ateneo su chimica, fisica e biologia, poi 93 quesiti in simultanea in tutta Italia: come sarà la prova di ammissione alla facoltà di Medicina
riforma voluta da Anna Maria Bernini prevede due mesi di corsi in ateneo su chimica, fisica e biologia, poi 93 quesiti in simultanea in tutta Italia: come sarà la prova di ammissione alla facoltà di Medicina
Dal 2025 cambia il modo di accedere a Medicina in Italia: nasce il semestre aperto, un sistema che consente a tutti gli studenti di iniziare a frequentare le lezioni e affrontare una selezione progressiva attraverso tre prove ufficiali. Le tre materie che gli aspiranti medici dovranno superare sono Chimica e propedeutica biochimica, fisica e biologia. Ciascuno di questi vale 6 crediti. La valutazione si svolgerà attraverso due appelli per ciascun insegnamento, a distanza di almeno quindici giorni. Si potrà rifiutare il voto e quindi ripetere il singolo esame. Sono 31 le domande a cui rispondere entro 45 minuti di tempo per ogni insegnamento: questo significa che ogni candidato dovrà gestire bene i minuti a disposizione, dedicando in media poco più di un minuto a domanda.Le domande sono suddivise in modo da coprire tutte le materie previste dal programma di accesso a Medicina. L’ordine dei quesiti è casuale, per garantire imparzialità e ridurre il rischio di copiature durante le sessioni. Durante il semestre, saranno previste diverse date d’esame, e ogni studente potrà scegliere in quali sessioni partecipare.
Per ogni prova le domande saranno distribuite in modo equilibrato tra queste materie.
La graduatoria finale verrà stilata sommando i punteggi migliori di ogni candidato. In caso di parità si terranno in considerazione criteri come il numero di risposte corrette o l’età anagrafica. Rispetto al vecchio test nazionale, questo modello offre più flessibilità, più tentativi e una selezione basata sul percorso e non solo su un’unica giornata d’esame. Le prove cambieranno contenuto ad ogni sessione, ma saranno sempre costruite sugli argomenti ufficiali stabiliti dal Ministero. Chi supera il punteggio minimo richiesto potrà proseguire il semestre e accedere al secondo. Gli altri dovranno cambiare percorso o riprovare l’anno successivo. Questo nuovo sistema punta a rendere l’accesso a Medicina più meritocratico e meno stressante, premiando la preparazione costante e la capacità di affrontare gli esami con lucidità.
Saranno le università - nel rispetto dell'autonomia - a disciplinare la didattica e adeguare i piani di studio. La ministra dell'Università Anna Maria Bernini ha sempre chiarito che il presupposto sono le lezioni in presenza, salvo la possibilità di collegamenti a distanza. Al termine dei corsi, lo studente ha a disposizione due appelli per ciascun insegnamento, a distanza di almeno quindici giorni. Si potrà rifiutare anche un singolo voto e quindi ripetere il test. Gli esami di profitto dei tre insegnamenti si svolgono nella stessa data e contemporaneamente in tutte le università in cui è attivo il semestre aperto. Ogni compito dà diritto ad un voto in trentesimi (più la lode) come tutti gli esami universitari e potrà essere usato, nel caso di non ammissione a Medicina, per le altre facoltà che contemplano queste discipline. Per poter accedere alla graduatoria per l'accesso a Medicina invece, lo studente deve aver preso almeno 18 in tutte e tre le discipline, anche se sembra evidente che serviranno voti più alti per essere ammessi nei poco più di 20 mila posti a disposizione. Per questo si possono rifiutare uno o più voti e si può ripetere l'esame, o gli esami, in un secondo e ultimo appello che si svolgerà a distanza di quindici giorni. Ci si può iscrivere al semestre aperto per non più di tre anni.
Al ministero non vogliono sentir parlare di concorsone, né di quiz a crocette, né di quizzone, ma la modalità del nuovo esame di accesso dopo il semestre aperto a cui si possono iscrivere tutti, assomiglia molto alla struttura del vecchio concorso che sostituisce. La novità è che è rinviato di sei mesi e che la preparazione, finora demandata a società specializzate nell'allenare gli studenti a queste prove, è ora a carico delle università che dovranno garantire agli studenti corsi adeguati - ognuno vale sei crediti - per poter passare il concorso. Contro il rischio di sovraffollamento in alcuni degli atenei più blasonati o più centrali, le lezioni potranno essere attivate anche online. Per quanto riguarda l’assegnazione dei posti in graduatoria e nelle diverse università, si attendono ancora i dettagli dal ministero. Non dovrebbero esserci altri criteri, se non i risultati degli esami del primo semestre. In caso di parità il posto sarà assegnato a chi ha indicato l’ateneo di destinazione come prima scelta: al momento dell’iscrizione al primo semestre gli studenti possono indicare cinque atenei, oltre a scegliere un secondo corso di laurea nel caso non passino la selezione e non rientrino nei posti previsti.
Anaao-Assomed boccia però la novità: "è un meccanismo macchinoso che posticipa la selezione, fioccheranno i ricorsi", mette in guardia il segretario, Pierino Di Silverio. Intanto oggi l'istituto Invalsi ha reso noto che la dispersione scolastica in Italia, nel 2024, si attesta al 9,8%, avvicinandosi all'obiettivo europeo del 9%, previsto per il 2030. "Dal 2000 a oggi - ha spiegato Roberto Ricci, presidente Invalsi - l'Italia ha compiuto significativi progressi: dal 25,1% del 2000, uno dei più elevati nell'Unione Europea, il valore nel 2023 ha raggiunto il 10,5%, e nel 2024 si è attestato al 9,8%, avvicinandosi all'obiettivo europeo del 9% previsto per il 2030". "Questi risultati sono il frutto di politiche educative mirate e interventi specifici", ha concluso il presidente Invalsi, che tuttavia ha ammonito: "permangono sfide significative che richiedono ulteriori sforzi per garantire un'istruzione equa e realmente inclusiva per tutti".
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