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Sovrattassa notturna, monta la polemica. Molte le bufale

Farmacia Redazione DottNet | 01/02/2018 19:29

Il Codacons ha presentato ricorso al Tar del Lazio

E' polemica sulla sovrattassa notturna per l'acquisto di farmaci. Tuttavia il provvedimento esiste dal 1993, mentre è recente l’aumento che, per importo e modalità di introduzione (pari a più del 100% e approvato all’una di notte senza rumors sull’argomento), non piace agli utenti.  Con i nuovi aumenti in Italia può arrivare a costare più del farmaco stesso, come dimostra lo scontrino di protesta che gira sui social (7,50 € di diritto addizionale su una confezione di tachipirina che ne costa 4,90). Federfarma a tal proposito ha fatto notare che il decreto ministeriale del 1993 prevedeva aumenti ogni due anni mentre il rincaro è stato applicato solo con il passaggio dalle Lire all’Euro fino a dicembre 2017. Ma è innegabile che l’importo raddoppiato (anzi nelle farmacia rurali sussidiate si arriva a 10 euro negli acquisti di farmaci di notte) sia caro. E forse lo è volutamente, per evitare il ricorso alla farmacia a battenti chiusi, ovvero su servizio a chiamata, anche in casi non urgenti.

Il post di protesta contro la “sovrattassa sui farmaci” è accompagnato spesso da frasi di indignazione verso chi in Italia fa fatica a pagare il ticket. A questo proposito però è bene precisare che il diritto addizionale non si paga su tutti i farmaci o meglio in alcuni casi non è a carico del consumatore ma coperto dal SSN: così ad esempio per farmaci di urgente necessità, per medicinali prescritti dalla Guardia medica e su ricetta SSN che specifichi il carattere di urgenza. Ultimo punto che, a giudicare dalle informazioni che girano su internet in merito alla sovrattassa per acquisti nelle farmacie notturne, non è molto chiaro riguarda il carattere obbligatorio o discrezionale del diritto addizionale. Ci sono infatti farmacie notturne che specificano sul loro sito di aver rinunciato a questo introito anche quando non sono di turno e quindi operano a battenti chiusi.

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Il Codacons ha presentato ricorso al Tar Lazio contro la tariffa notturna delle farmacie. Ma per Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, non ci sono fondamenti e si rischia solo di intasare i tribunali. Una polemica giudicata sterile e infondata dal momento che “l’assistito non paga se la ricetta è in regime di Ssn ed è stata prescritta dalla Guardia medica, dal Pronto Soccorso o da un medico di famiglia che ne ha certificato il carattere di urgenza. E non paga nel caso in cui la farmacia svolga il servizio notturno a battenti aperti, cioè con la saracinesca alzata, una modalità sempre più diffusa da quando nel 2012 sono stati liberalizzati gli orari di apertura” Controrisposta anche in merito alla presunta disparità di trattamento che, con l’applicazione della sovrattassa sulle farmacie per vendite notturne, si determinerebbe nei confronti di parafarmacie e alla gdo, alle quali non è richiesto il pagamento dei diritti addizionali: “la tariffa notturna riguarda soltanto i farmaci con obbligo di prescrizione, che sono venduti esclusivamente in farmacia. E poi parafarmacie e gdo non sono soggette all’obbligo del servizio notturno, che ricade sulle farmacie in virtù di una Convenzione con il Ssn. Dunque nessuna disparità di trattamento, checché ne dica il Codacons”.

fonte: investireoggi

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