Da sesso a fumo e droga, la neuroscienza rivela un rapporto complesso
Che si tratti di uso di droghe o guida spericolata, è certo che tra gli adolescenti e il rischio c'è forte affinità, ma a spiegarla non è solo lo spirito di ribellione. A far luce su un complesso rapporto, attraverso studi di neuroscienza, è un articolo pubblicato su Nature online, che sottolinea come il tasso di mortalità tra i 15 ei 19 anni in tutto il mondo è di circa il 35% superiore a quello tra i 10 e 14 anni. Le prime teorie in merito si concentravano su uno squilibrio percepito nel cervello in via di sviluppo: si è visto infatti che le aree collegate con l'impulsività si sviluppano prima rispetto a quelle che governano i processi cognitivi.
Questo modello tuttavia non era sufficiente a spiegare perché molti adolescenti non mostrano alcuna propensione al rischio, come dimostrato da Ted Satterthwaite, ricercatore presso l'Università della Pennsylvania a Philadelphia, e autore di un'inchiesta su oltre 45.
La ricerca sta anche aiutando a indirizzare comportamenti nella vita quotidiana. Ad esempio, studi certificano che i ragazzi che non dormono abbastanza sono più inclini a fumo e alcol. Ma, per i neuroscienziati, informare delle conseguenze è meno proficuo rispetto al limitare in modo concreto l'esposizione al rischio: per questo consigliano di aumentare l'età minima per l'acquisto di tabacco a 21 anni e vietare la vendita di alcol entro 300 metri dalle scuole.
fonte: nature
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