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Scoperto un farmaco contro la ceriodolipofuscinosi neuronale di tipo 2

Farmaci Redazione DottNet | 03/05/2018 20:00

E' una grave patologia neurodegenerativa. Test anche al Bambino Gesù

Non sarebbe purtroppo servito per curare, o quanto meno bloccare, la malattia del piccolo Alfie Evans, ma il nuovo farmaco scoperto grazie ad una ricerca internazionale rappresenterà una svolta per decine di bambini affetti, anche in Italia, da una malattia molto simile a quella del piccolo inglese: la CLN2, una grave patologia neurodegenerativa che appartiene alla stessa famiglia della malattia che ha colpito Alfie, morto dopo una lunga battaglia legale dei genitori, che avrebbero voluto fosse trasferito in Italia, all'Ospedale Bambino Gesù.

La CLN2 (ceriodolipofuscinosi neuronale di tipo 2) era una patologia rara senza terapia: porta alla distruzione del sistema nervoso centrale dei bambini, ma ora può essere bloccata dal nuovo farmaco, che rimpiazza l'enzima di cui i pazienti sono carenti. La sperimentazione - durata 3 anni - è stata condotta su 23 bimbi in 4 Centri internazionali, tra cui il Bambino Gesù, ed i risultati sono pubblicati sul New England Journal of Medicine. Al Bambino Gesù lo studio ha riguardato 6 bambini. A tutti i bambini dello studio è stato infuso, direttamente a livello cerebrale, il nuovo farmaco contenente un principio attivo (cerliponase alfa) che sostituisce l'enzima carente. L'effetto della terapia è stato considerato clinicamente significativo: l'87% dei bambini che ha completato il trial non ha subìto il declino motorio e del linguaggio atteso nella naturale evoluzione della patologia.

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E' "stato dimostrato che questo farmaco può arrestare la progressione della malattia, ma non ristabilire le condizioni neurologiche originarie del bambino - sottolinea Nicola Specchio, responsabile di Epilessie rare e complesse del Bambino Gesù -. Per garantire ai pazienti una qualità di vita ottimale, è quindi fondamentale la diagnosi precoce". La terapia ha già ottenuto l'approvazione dell'ente governativo statunitense per la regolamentazione dei farmaci (Fda) e dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema). Dunque anche altri bambini, nel mondo, stanno beneficiando della sua efficacia. Oltre ai bambini inseriti nella sperimentazione, attualmente al Bambino Gesù vengono seguiti altri 12 pazienti con CLN2. Tra questi, una piccola di 2 anni che non ha ancora sviluppato i sintomi della malattia. I medici stanno monitorando gli effetti della terapia, nella speranza che i sintomi non si presentino affatto nel corso della crescita.

Purtroppo, per Alfie "sia i medici britannici che i nostri esperti - chiarisce Specchio - avevano escluso che fosse affetto da CLN2, poiché il test genetico specifico per tale variante era risultato negativo. Al Bambino Gesù avremmo potuto accompagnarlo nella malattia, ma, al momento, la variante genetica della patologia che ha colpito Alfie è sconosciuta". Il nuovo farmaco rappresenta però una grande speranza: "In Italia - spiega Specchio - sono una quarantina i bambini colpiti da CLN2, che ha un'incidenza generale di un caso ogni 100mila nati, e 15 sono in trattamento da noi. L'aspettativa di vita di questi piccoli è purtroppo molto ridotta. Oggi, grazie alla nuova terapia, per i bambini e le loro famiglie si apre invece una nuova epoca. Se diagnosticati e trattati precocemente, prima che la malattia produca i suoi danni, questi bambini potranno infatti condurre una vita normale o solo con minime disabilità". Per questo, conclude l'esperto, "è ipotizzabile l'inserimento della CLN2 tra le malattie ricercate attraverso lo screening neonatale".

L'intervista

Il piccolo Alfie Evans era affetto da una malattia neurodegenerativa "simile alla CLN2, per bloccare la quale è stato appena scoperto un farmaco specifico, ma non si trattava di questa particolare variante. Dunque, il piccolo non avrebbe tratto beneficio dalla nuova terapia". A sottolinearlo è Nicola Specchio, responsabile di Epilessie rare e complesse dell'Ospedale Bambino Gesù, rilevando come la nuova terapia rappresenti però un fondamentale passo avanti per bloccare una patologia grave e finora intrattabile.

Nel caso del bimbo inglese, morto dopo una lunga battaglia legale da parte dei genitori che volevano fosse trasferito al Bambino Gesù, "sia i medici britannici che i nostri esperti - chiarisce Specchio - avevano escluso che fosse affetto da CLN2 poichè il test genetico specifico per tale variante della malattia era risultato negativo. Al Bambino Gesù avremmo potuto accompagnarlo nella malattia ma, al momento, la variante genetica della patologia che ha colpito Alfie è sconosciuta". La CLN2, così come la malattia di Alfie, appartengono alla stessa famiglia, quella delle malattie neurodegenerative miocloniche progressive. Una famiglia che comprende però, rileva l'esperto, "centinaia di varianti di cui molte restano ancora sconosciute, dal momento che non è stato identificato il difetto genetico che ne è la causa, proprio come nel caso di Alfie".

Il nuovo farmaco rappresenta però una grande speranza: "In Italia - spiega Specchio - sono circa una quarantina i bambini colpiti da CLN2, che ha un'incidenza generale di un caso ogni 100mila nati, e 15 sono in trattamento al Bambino Gesù con il nuovo farmaco". Al momento, altri studi sono in corso per possibili trattamenti per altre varianti di questo gruppo di malattie neurodegenerative: "La scommessa - afferma lo specialista - è incentivare la Ricerca perchè sempre più bambini possano arrivare ad una diagnosi ed una terapia genica".

La CLN2 è una malattia degenerativa rara del sistema nervoso centrale che inizia a manifestarsi nei bambini di 2 o 3 anni ed è dovuta alle mutazioni di un gene chiamato TPP1. I bambini colpiti sembrano inizialmente sani, ma attorno al secondo anno di vita cominciano a manifestare i primi sintomi: ritardo nel linguaggio e crisi epilettiche. In seguito le crisi diventano più frequenti, spaziando da convulsioni a episodi di natura mioclonica (spasmi muscolari violenti) e compare un progressivo deficit cognitivo. I bambini perdono tutte le competenze acquisite fino a raggiungere una condizione di vera e propria demenza. Il decorso della malattia è molto rapido.

L'aspettativa di vita dei piccoli pazienti affetti da quella che fino ad ora è stata una malattia senza cura "è purtroppo molto ridotta - aggiunge Specchio -. Oggi, grazie alla nuova terapia, per i bambini e le loro famiglie si apre una nuova epoca. Se diagnosticati e trattati precocemente, prima che la malattia produca i suoi danni, questi bambini potranno infatti condurre una vita normale o solo con minime disabilità". Per questo motivo, conclude, "è ipotizzabile l'inserimento della CLN2 tra le malattie ricercate attraverso lo screening neonatale".

fonte: New England Journal of Medicine

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