Canali Minisiti ECM

Eccesso di antibiotici negli ospedali europei, cresce la resistenza

Infettivologia Redazione DottNet | 16/11/2018 19:26

Italia al secondo posto dopo la Bulgaria, ogni anno si registrano circa 33mila morti

Negli ospedali europei si usano troppi antibiotici, con il risultato che crescono le infezioni resistenti, causa di 33mila morti l'anno. Lo sottolinea uno studio del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc), secondo cui un paziente su 15 nei nosocomi europei contrae un'infezione associata al ricovero, molte delle quali da forme resistenti.  Nello studio sono stati valutati più di 1100 ospedali sul territorio Ue, con i dati di oltre 300mila pazienti. La proporzione di antibiotici ad ampio spettro, che non sono sempre necessari e che sono quelli che più causano resistenza, varia dal 16% al 62%, con l'Italia, che non a caso ha un terzo dei morti per infezioni resistenti, ed è al secondo posto dietro la Bulgaria. Inoltre, aggiunge lo studio, più del 50% delle terapie antibiotiche date come profilassi prima di un intervento chirurgico vengono fatte anche diversi giorni dopo l'operazione, quando le raccomandazioni prevedono di smettere una volta usciti dalla sala operatoria.

pubblicità

Nelle cliniche di lunga degenza il 29% degli antibiotici viene prescritto per profilassi, soprattutto per prevenire le infezioni urinarie, una pratica che non ha prove scientifiche di efficacia. "Con 33mila morti ogni anno come conseguenza di un'infezione dovuta a un batterio resistente e un miliardo di euro di costi - ha sottolineato Andrea Ammon, direttore dell'Ecdc - dobbiamo assicurarci che questi farmaci siano usati con prudenza".  Non sono solo gli ospedali il luogo in cui viene favorita la resistenza, ha sottolineato Vytenis Andriukaitis, commissario Ue alla Salute. "L'aumento del numero degli europei che muoiono o diventano disabili per le infezioni resistenti - ha affermato - è una grande preoccupazione per me e la Commissione".

Commenti

I Correlati

La MIP-C si può sviluppare anche in chi ha avuto il virus lieve

Gianni Rezza: "Il piano pandemico aggiornato c'è, ma va approvato e ben finanziato". Il punto sulla trasmissione da uomo a uomo

Panel di esperti coinvolti nella stesura del documento: Vincenzo Baldo, Paolo Castiglia, Rosita Cipriani, Giovanni Gabutti, Sandro Giuffrida, Laura Sticchi, Maria Grazia Zuccali

Gli scienziati: "Dall'analisi del genoma non è possibile escludere l'origine umana"

Ti potrebbero interessare

La MIP-C si può sviluppare anche in chi ha avuto il virus lieve

Gianni Rezza: "Il piano pandemico aggiornato c'è, ma va approvato e ben finanziato". Il punto sulla trasmissione da uomo a uomo

Panel di esperti coinvolti nella stesura del documento: Vincenzo Baldo, Paolo Castiglia, Rosita Cipriani, Giovanni Gabutti, Sandro Giuffrida, Laura Sticchi, Maria Grazia Zuccali

Gli scienziati: "Dall'analisi del genoma non è possibile escludere l'origine umana"

Ultime News

La MIP-C si può sviluppare anche in chi ha avuto il virus lieve

Pubblicate sull’European Journal of Cancer le raccomandazioni stilate da esperti provenienti da 5 continenti e da società scientifiche internazionali

Radiologi e clinici del Policlinico Gemelli hanno ideato un metodo per 'taggare' con una piccola spirale metallica (microcoil) queste lesioni

Di natura infiammatoria cronica e progressiva, è provocata da un “corto circuito” del sistema immunitario. Interessa l’esofago causandone il restringimento. La sua principale conseguenza è che diventa difficile, a volte impossibile, la deglutizione