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Il medico pisano chiede scusa per il suo attacco

Sanità pubblica Redazione DottNet | 03/01/2019 19:41

Rossi: torni serenamente al suo lavoro

 "Mi dispiace che la Regione, alla quale va riconosciuto il merito di aver contribuito alla creazione del nostro centro, si sia sentita chiamata in causa dalle mie dichiarazioni e per questo mi scuso". Lo ha scritto, in una lettera indirizzata a Carlo Tomassini, commissario straordinario dell' Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa, il chirurgo del centro trapianti di fegato, Daniele Pezzati, per precisare il suo pensiero e mettere fine alle polemiche innescate da un suo post su Facebook riguardante i timori di un possibile depotenziamento del centro trapianti pisano a vantaggio di Firenze. Pezzati ha chiesto a Tomassini di rendere pubblica la sua lettera. "Non sono un fan dei social network - ha sottolineato Pezzati - che utilizzo solamente per comunicare con una ristretta cerchia di amici lontani. Il 31 dicembre ho scritto, dopo essere tornato da un faticoso turno di lavoro, un post esprimendo alcuni sentimenti che desideravo condividere con i miei amici più cari. Ho purtroppo sottovalutato, anzi, non ho neppure pensato che così tante persone fossero interessate a ciò che avevo scritto".

Il medico chirurgo ha poi proseguito: "Faccio i trapianti che, per me, è il lavoro più bello del mondo perché è un modo di tramutare la morte di qualcuno nella vita di un altro. Sono anche un uomo e come tale talvolta leggo giornali e ascolto la tv. La notizia più volte riportata sui giornali di un possibile nuovo centro trapianti di fegato a Firenze e un depotenziamento di quello di Pisa mi ha colpito e ferito. Vero è che, come ho appreso, la notizia è stata più volte smentita dalla Regione Toscana anche se continuava ad aleggiare e rimbalzare quotidianamente tra le mura degli ospedali". "Con ciò che ho scritto - ha aggiunto Pezzati - volevo dare risalto al fatto che troppo spesso la gente comune come me sente una distanza incolmabile con la classe dirigente; forse una maggiore vicinanza permetterebbe benefici ed eviterebbe molte incomprensioni. Mi farebbe piacere che qualcuno un giorno venisse con noi in una sala operatoria a vedere cosa facciamo, a capire le nostre debolezze, forze ed esigenze. Vorrei che il supporto fosse un po'' oltre una dichiarazione su un giornale perché, per me, una stretta di mano di persona vale più di cento articoli. Mi scuso di aver utilizzato una forma di comunicazione come i social che, anche se predominante, espone a pericoli di strumentalizzazione". "Chiedo a tutti i politici e non - ha concluso Pezzati - di non utilizzare le mie parole per contraddittori pubblici che nelle ultime ore hanno esposto me e la mia famiglia a una pressione insostenibile"

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"Ringrazio il giovane chirurgo pisano per le scuse e lo invito a tornare con serenità al suo lavoro delicatissimo, che penso svolga con passione e spirito di sacrificio per salvare vite umane. Tutto lo scatenamento mediatico che un post ha suscitato è l' esempio di come oggi possono funzionare le notizie false e di come se ne possa restare vittima scatenando narrazioni che coinvolgono decine di migliaia di cittadini". Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, in seguito alla lettera di scuse inviate dal chirurgo Daniele Pezzati del Centro trapianti di Pisa al commissario straordinario dell' Azienda ospedaliero universitaria di Pisa. "D' altra parte - continua il presidente Rossi - in tempi in cui ci sono convinti sostenitori dell' esistenza della terra piatta che in tv controbattono con austronauti che hanno potuto vederla rotonda dallo spazio è possibile ritenere che in una Regione come la Toscana ci siano politici persuasi di voler creare un secondo centro per il trapianto del fegato in competizione con quello dell' azienda ospedaliera di Pisa". "Ciò che è necessario nel Paese come nella Toscana e in modo particolare quando si discute di sanità - conclude il presidente della Regione - è che gli interessi prioritari siano quelli della cura e dell' assistenza ai cittadini ammalati, rispetto ai quali i medici e l' amministrazione sanitaria devono essere al servizio. Ciascuno, nell' ambito delle proprie competenze, deve sentirsi obbligato a mettere al centro i diritti dei cittadini".

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