Presentata la proposta di modifica del comma 687 della Legge di Bilancio che bloccava il contratto
I sindacati dei medici e dei dirigenti sanitari hanno sospeso lo sciopero nazionale proclamato per il 25 gennaio a sostegno del rinnovo del contratto di lavoro fermo da 10 anni. La decisione a seguito dell'incontro appena concluso fra l'intersindacale delle associazione mediche e il ministro della Salute Giulia Grillo ed anche a fronte dell'emendamento al dl semplificazioni che modifica il comma della legge di Bilancio che di fatto impediva il proseguimento della trattativa contrattuale. "Ci sono le condizioni - ha spiegato all'ANSA il segretario della Fp-Cgil medici Andrea Filippi, per sospendere le sciopero e non gravare sui cittadini, ma non siamo ancora soddisfatti e dobbiamo avere certezza che gli impegni siano rispettati".
Tra i motivi del dietro front c'è l'emendamento al dl Semplificazioni per sbloccare la trattativa per il rinnovo del contratto dei medici, posticipando l'applicazione del comma 687 della legge di Bilancio che di fatto determinava un blocco del rinnovo. La proposta di modifica è stata formalizzata dai relatori al provvedimento e dovrà essere approvata dalle commissioni del Senato.
"Soddisfatti" per l'emendamento al Dl Semplificazioni che posticipa l'applicazione del comma 687 che, di fatto, bloccava la trattativa per il rinnovo del contratto ma "preoccupati" perchè, sul tavolo, resta ancora da risolvere il nodo delle risorse economiche per il contratto della categoria. E' la posizione dei sindacati medici che, proprio a favore della vertenza contrattuale e per la "salvaguardia del Servizio sanitario nazionale", hanno proclamato lo sciopero nazionale per il 25 gennaio e un ulteriore giorno di sciopero da definirsi a febbraio. "Siamo soddisfatti per l'emendamento - ha affermato il segretario nazionale della Fp-Cgil Medici, Andrea Filippi - ma siamo comunque molto preoccupati perchè tutta la questione economica legata al contratta deve ancora essere risolta e ad oggi non siamo stati ancora convocati dall'Aran, l'Agenzia di rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni".
Anche per Carlo Palermo, segretario del maggiore dei sindacati dei medici dirigenti, l'Anaao-Assomed, "è positiva la presentazione dell'emendamento, ma ciò - ha detto - non è sufficiente per la riapertura della contrattazione, perchè i fondi attualmente destinati al rinnovo del contratto sono insufficienti e non bastano assolutamente a frenare la fuga in atto da parte dei medici sia verso l'estero sia verso il privato". Attualmente infatti, rileva, "l'ipotesi di aumento per i medici è di circa 120 euro netti mensili, una cifra sicuramente insufficiente - conclude - a creare un meccanismo di remunerazione del disagio e di incentivazione alla carriera".
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