E’ bene tenere gli occhi aperti per cogliere quelli che sono i campanelli d’allarme per non svegliarci tra una decina di anni e scoprire una nuova Terra dei Fuochi
L’ombra di una nuova Terra dei Fuochi, lontano dalle pendici del Vesuvio. E’ un allarme sul quale invita a riflettere Maria Triassi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica della Federico II di Napoli, a margine del primo appuntamento organizzato dal Polo di Biodiritto M&C Militerni all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. «Ora che qui da noi i controlli sono estremamente serrati – ha dice Triassi - è molto probabile che le ecomafie stiano già spostando il proprio raggio d’azione verso regioni che sino ad oggi sono state considerate “virtuose” da questo punto di vista. E’ bene tenere gli occhi aperti per cogliere quelli che sono i campanelli d’allarme per non svegliarci tra una decina di anni e scoprire una nuova Terra dei Fuochi».
Triassi non è stata la sola a chiedere “attenzione” sul tema delle ecomafie.
«Uno dei problemi più grandi - la denuncia del sindaco De Magistris – è che noi sindaci siamo senza armi, avremmo bisogno di risorse e ci vorrebbe più pubblico e meno privato nel settore dei rifiuti, senza criminalizzare questi ultimi, però».
Le parole di De Magistris suonano anche come una risposta a chi, nelle scorse settimane ha prospettato per Napoli una nuova crisi di rifiuti. «Quando mi sono insediato – ha detto il sindaco - Napoli era sommersa dai rifiuti, dopo un mese di rifiuti non ce ne erano più, occorre fare prevenzione. Vanno bene i processi, i criminali vanno affidati alla magistratura, e devo riconoscere che negli anni è migliorata la legislazione e la sensibilità».
Restano tuttavia molti problemi da affrontare, anche e soprattutto in ambito medico scientifico per poter valutare l’impatto dell’inquinamento sulla salute. Triassi ha infatti chiarito che oggi gli esperti non hanno strumenti idonei a valutare come le micro dosi di inquinanti possano modificare in peggio la salute dei cittadini. La docente ha chiarito che non esiste un «rischio zero», il tema è quello di «comprendere quale sia la soglia accettabile per la popolazione».
Per riuscire a comprendere quale sia l’effetto dell’inquinamento ambientale sulla salute, la Campania ha dato vita ad un progetto che sta offrendo grandi risultati: «Eco food fertility», ideato e coordinato dall’andrologo Luigi Montano. Il progetto è uno studio interdisciplinare di bio-monitoraggio umano integrato, che usa il seme maschile come cartina di tornasole della salute. In questo modo è possibile valutare in maniera sistematica quanto l’ambiente, l’alimentazione e gli stili di vita influenzino la salute umana». Un tema che in Campania è diventato ormai centrale e sul quale il Governo si sta impegnando con leggi stringenti. Il sottosegretario all’Ambiente, Salvatore Micillo ha sottolineato come nella scorsa legislatura sia stata approvata la prima legge sui reati ambientali e, «a mia prima firma, la Legge 68 che finalmente fa andare in galera chi inquina. Ci sono già le prime sentenze e i primi arresti». Poi un appello: «Amministratori, forze dell’ordine e cittadini devono fare squadra per fare un importante passo avanti e tornare ad essere Campania Felix, non più terra dei fuochi».
Il primo incontro su «Inquinamento ambientale, riflessioni giuridiche e bioetiche» è stato anche l’occasione per presentare la prima edizione del Premio dedicato alla memoria dell’avvocato Lucio Militerni, consigliere emerito della Corte di Cassazione, avvocato, giurista e autore di innumerevoli testi di diritto e bioetica. «Il Polo di Biodiritto è un’istituzione culturale voluta fortemente dal giudice Militerni», ricorda Aldo Cimmino, membro del comitato scientifico, assieme alla presidente Manuela Militerni e all’avvocato Paola Grimaldi. «L’obiettivo – prosegue Cimmino - è quello di integrare la scienza giuridica, nella convinzione che le grandi e giuste legislazioni nascono dall’incontro del diritto con i “saperi altri”».
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